Il van Gogh Museum e Vans lanciano una linea di scarpe: povero Vincent, ridotto a slot machine
Van Gogh di qua, van Gogh di là. Esperienze immersive nelle sue opere, file chilometriche per ammirare uno suo quadro minore negli stessi musei normalmente vuoti dove alloggiano capolavori di altri autori ben più importanti ma – per loro sfortuna – meno "pop". E, infine, dopo l'accordo tra il noto marchio di streetwear Vans e il van Gogh Museum, anche una linea di abbigliamento e di scarpe.
L'alleanza ha portato alla produzione delle prime scarpe dedicate al pittore olandese. Una trovata commerciale, secondo le intenzioni dei promotori, per aiutare a sostenere la conservazione e l'eredità dei dipinti. E per farci un bel po' di quattrini. D'altro canto, è il destino delle rockstar, e ormai il pittore olandese lo è a tutti gli effetti. Peraltro le scarpe sono pure belle. Tra le opere riprodotte alcuni dei quadri più famosi di van Gogh tra cui il suo "Autoritratto", i "Girasoli" e il "Ramo di mandorlo fiorito".
La nuova collezione moda è stata prodotta in edizione limitata, per una selezione ben definita di grande opere, tra cui Skull – Il teschio (1887), Almond Blossom – Fiori di Mandorlo (1890), Sunflowers – I girasoli (1889) e Van Gogh’s Self-Portrait as Painter – Autoritratto (1887-1888).