Il Time incorona il manifestante senza nome come Personaggio dell’Anno 2011
Si scrive al singolare Person Of The Year, ma si legge al plurale. Perché l'uomo dell'anno 2011 per la rivista Time, non ha un volto, non ha un nome, non ha sesso, razza ed età. E' il manifestante che ha animato la primavera araba in Medioriente, è l'indignados che ha occupato Puerta del Sol a Madrid, prima di scendere in piazza in tutto il mondo e diventare un unico movimento di protesta , quell' Occupy Wall Street che ha fatto di Zuccotti Park la sua sede principale a New York. E ancora, è il contestatore in Russia che per la prima volta si è mosso dopo le proteste scoppiate all’indomani delle elezioni che hanno visto la dubbia vittoria di Vladimir Putin. Ed è soprattutto Mohamed Bouazizi, il ragazzo che col suo gesto estremo il 4 gennaio 2011, ha dato vita alla Rivolta dei gelsomini in Tunisia. E' lui The Protester che campeggia sulla copertina del popolare magazine di informazione americano. Nessun politico, nessuno sportivo, nessun inventore, nessun vip in generale, nessun Mark Zuckerberg – Personaggio dell'Anno 2010 – ma una serie di "sconosciuti", altrettanto rivoluzionari, che hanno riscritto la politica globale.
Nell'editoriale del Time viene fatto un confronto col 1989 e dal 1968, periodi di proteste analoghi, per alcuni versi, a quelli del 2011, seppure diversi dall'anno che sta per terminare caratterizzato da eventi ancor «più straordinari, più globali e più drastici» della Caduta del Muro e del Sessantotto. Nonostante ciò vengono sottolineati i punti di convergenza delle manifestazioni che da piazza Tahrir fino al Cremlino hanno avuto luogo nel corso dell'anno. «Quasi tutte le proteste di questa anno sono nate spontaneamente- scrive il direttore di Time Rick Stengel. – Dissentono; chiedono; non spariscono, anche quando le domande tornano indietro sotto forma di una nuvola di gas lacrimogeno o di una selva di proiettili. Abbracciano letteralmente l'idea che le azioni individuali possono portare a cambiamenti collettivi e colossali». Non è un caso se lo stesso Time ha inserito al primo posto della lista delle persone più influenti di questi 365 giorni Wael Ghonim, il cyber attivista, che grazie al suo blog è divenuto uno dei leader della rivoluzione egiziana.
Così continua l'editoriale:
In tutto il mondo, le proteste del 2011 hanno condiviso la consapevolezza della corruzione e della disfunzione del sistema politico ed economico – finte democrazie che giocano a favore dei ricchi e dei potenti, per impedire ogni cambiamento significativo. Due decenni dopo il crollo finale del comunismo, i manifestanti pensano di stare vivendo il fallimento dell'ostinato e gigantesco ipercapitalismo e chiedono una terza via, un nuovo contratto sociale.
Steve Jobs neanche tra le nomination del Person Of The Year 2011
Resta un po' d'amarezza invece per coloro che si auguravano di vedere il volto del compianto Steve Jobs sulla copertina del Time. Per tutti loro neanche il compiacimento di vedere l'ex leader della Apple tra le “nomination finali” per il Person Of The Year 2011. The Protester ha infatti battuto l'Ammiraglio della Marina americana William MacRaven (che ha guidato l'operazione che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden), l’artista e attivista cinese Ai Weiwei, il politico a stelle e strisce Paul Ryan e la Duchessa di Cambridge Kate Middleton.