Il taglio delle Province inizierà a fine mese
Entro la fine di ottobre come previsto dal decreto sulla spending review il governo varerà un nuovo provvedimento per stabilire tempi e metodi del taglio delle Province. Lo ha ricordato oggi il Ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, in un'intervista su La Stampa precisando che nel decreto di fine mese verranno nominati anche i commissari per la transizione delle amministrazioni da sciogliere in vista delle prossime elezioni. Con l'accorpamento di numerose province infatti decadono molti presidenti e consigli provinciali e come spiega lo stesso Patroni Griffi "per il riordino non è che si potesse attendere la naturale scadenza della consiliatura provinciale, fatta la riforma bisogna partire con il nuovo assetto quanto prima". Entro il 25 ottobre dovrebbero arrivare tutte le proposte di accorpamento delle province stabilite a livello locale e trasmesse alle Regioni, senza alcuna deroga altrimenti il Governo provvederà ad accorpare d'ufficio le amministrazioni riluttanti secondo i criteri già stabiliti.
Dopo le province si passerà alle Regioni – Secondo gli ultimi calcoli le Province dovrebbe passare da 86 a 44, ma in molte Regioni si discute ancora e non manca chi si è rivolto alla magistratura. Il Ministro però sembra tranquillo e ricorda che "intanto il Tar ha sminato questo percorso dai ricorsi di quattro Province, confermando che si può andare avanti". L'operazione di riordino delle amministrazioni locali però non si fermerà qui visto che il Governo sta già studiando una riforma del Titolo V della Costituzione per il riordino delle Regioni. "Il nostro intervento non sarà un attacco all’autonomia regionale" spiega Patroni Griffi, ma in un momento così delicato per il Paese va trovata la forza per "semplificare il rapporto tra Stato e cittadino". Non solo, secondo il Ministro "le Regioni devono tornare ai compiti per le quali erano state create, attività legislativa e di programmazione" e soprattutto "si dovrebbe ripartire da un studio della Fondazione Agnelli di circa venti anni fa che ipotizzava solo dodici Regioni, con funzioni amministrative affidate prevalentemente ai Comuni, che comunque sono troppi".