Un Governo guidato da Pierluigi Bersani, in forte continuità con l'esperienza dell'esecutivo di Mario Monti. Continuità di nomi e programmi, con la "conferma" di alcuni uomini di spicco dell'attuale Governo. A sostegno, una maggioranza parlamentare composta da Partito Democratico, Unione di Centro e Sinistra Ecologia e Libertà. E' questo in soldoni il "sogno" del vice presidente del Partito Democratico Enrico Letta, stando a quanto si legge in una lunga intervista rilasciata a Simone Collini su L'Unità. Dichiarazioni che ovviamente seguono le linee guida del percorso tratteggiato da Bersani e che si inseriscono però in un momento estremamente delicato per l'intero centrosinistra.
Già, perché è indubbio che l'intervista di Casini nella quale si auspicava un patto progressisti – moderati ha avuto un effetto domino, costringendo a venire allo scoperto prima il segretario Bersani, poi gli stessi Vendola e Di Pietro. Che poi Letta scopra tutto ad un tratto "l'avvicinamento fra Monti e le tesi dei progressisti europei" fa un po' parte della guerra di posizione interna ai democratici. Del resto le distanze fra le varie correnti interne restano abissali, come tutto sommato evidente anche da alcuni passaggi dell'intervista di Letta:
La forza di Monti è stata essere arrivato a Bruxelles avendo fatto i compiti a casa, a cominciare dalla riforma delle pensioni e quella del lavoro […] Il lavoro del comitato guidato da Rosy Bindi (sui temi etici, ndr) dimostra che su questi temi siamo molto più avanti di quanto si pensi. Oggi non siamo nel 2007, una soluzione come i Dico passerebbe in modo molto più semplice nella società italiana.
Resta invece cruciale la questione alleanze. Letta è abbastanza diretto, spiegando le ragioni per le quali è auspicabile l'intesa con Sel ed è insostenibile quella con l'Idv: "Vendola in questi anni ha dimostrato di stare con i piedi dentro il disagio sociale del Paese e nello stesso tempo di essere capace di dare soluzioni di governo […] Di Pietro a mio avviso non è in sintonia con questo tipo di obiettivo. Lo dimostra il suo approccio anti – istituzionale, aggressivo con il Capo dello Stato". Considerazioni però che si scontrano con le dichiarazioni di Vendola e Di Pietro nella conferenza stampa di venerdì, tra l'altro ribadite dal leader di Sel nell'intervista di oggi ad Alessandro Trocino sul Corriere: "Ma Casini è iscritto ancora nel gruppo della Merkel, no? […] Se la domanda è se ci sono differenze politiche con Di Pietro, la risposta è ovviamente sì. Mi fate queste domande proprio mentre il PD vota vere e proprie controriforme, presidenziali, previdenziali e sul mercato del lavoro […] Parafrasando il comico, non capisco e non mi adeguo".