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Il sindaco reo confesso di aver preso tangenti che continua a essere sindaco

A Roccaforzata, alle porte di Taranto, il sindaco Vincenzo Pastore è stato arrestato in flagranza di reato mentre pagava una tangente e ha poi confessato in tribunale. E continua a essere il sindaco.
A cura di Giulio Cavalli
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Roccaforzata è un piccolo comune arrampicato su una collina in provincia di Taranto, di poco meno di 2.000 abitanti, e il suo sindaco Vincenzo Pastore è reo confesso, ha patteggiato due anni e un mese di reclusione per avere pagato una tangente per aggiudicarsi un appalto della Marina Militare e continua a essere sindaco. Il 26 febbraio scorso in città si è tenuto l'ennesimo volantinaggio per chiedere le dimissioni del sindaco ma l'ennesima protesta non ha sortito nessun effetto: "l’imputato Vincenzo Pastore – si legge nel volantino firmato dal Movimento Democratico di Roccaforzata – si è dichiarato colpevole ammettendo il reato e subendo una condanna di due anni e un mese di reclusione. A seguito di questi eventi regna l’incertezza e il caos amministrativo. Ci saremmo aspettati infatti le dimissioni del sindaco e della maggioranza che lo sostiene ma purtroppo ancora oggi questo atto di responsabilità morale non è accaduto. Nel frattempo, a nulla sono valse le nostre numerose richieste ufficiali fatte anche in Consiglio Comunale per cercare di superare questa incresciosa ed imbarazzante situazione.

Vincenzo Pastore è finito prima in carcere e poi agli arresti domiciliari per essere stato sorpreso in flagranza mentre consegnava il 14 settembre scorso 2500 euro al capitano di vascello Giovanni Di Guardo, ex comandante della Direzione del Commissariato Marina Militare di Taranto per pilotare una gara d'appalto del valore di 11 milioni di euro. Insieme a Pastore vennero arrestati anche altri militari, imprenditori e dipendenti civili della Difesa che concorrevano a un oliato sistema di tangenti. Durante il processo Pastore riconobbe le proprie responsabilità così come molti altri imputati che scelsero la via breve del patteggiamento ma le sue dimissioni non sono mai arrivate facendosi beffe della legge Severino.

Nonostante le pressioni Pastore in tutti questi mesi ha rifiutato qualsiasi confronto sia con i gruppi di minoranza in Consiglio Comunale sia le assemblee pubbliche per illustrare ai suoi cittadini il bilancio e i piani urbanistici. Non si è visto nemmeno ufficialmente per la recente campagna elettorale nazionale, nonostante alcune testimonianze in paese raccontino che abbia brigato per Forza Italia. Inutili anche gli esposti del Movimento 5 Stelle locale. Vincenzo Pastore continua a governare, tranquillo, come se niente fosse.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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