Il sindaco di Riace Mimmo Lucano: “Mi hanno messo agli arresti per reato di umanità”
"Mi hanno messo agli arresti per un reato di umanità". Con queste parole il sindaco di Riace, Domenico Lucano, parlando con il fratello Giuseppe, ha commentato il suo l’arresto per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver organizzato matrimoni di comodo al fine di far ottenere il permesso di soggiorno ad alcune migranti. "È sorpreso, amareggiato e anche un po’ arrabbiato per alcune cose viste nell’ordinanza, anche se il gip le ha rigettate. Comunque è fiducioso, si sente di non avere compiuto nulla di particolare che potesse giustificare una limitazione della sua libertà. Comunque oggi è più sereno, ha visto che non è solo. Mio fratello è provato, è da 20 anni che dà l’anima per questo progetto, da quando sono sbarcati i primi curdi nel 1998. Ha dato anche lavoro alle persone del paese, ha fatto accoglienza e contemporaneamente ha creato uno sviluppo dell’economia locale. Il paese stava morendo. E alla fine, dice, ‘vengo ripagato in questo modo'. Lui capisce benissimo che è come colpire un simbolo nel contesto di quello che avviene adesso in Italia, il vento che spira impetuoso. Sono stato colpito dalla solidarietà che mio fratello ha ricevuto da tutta Italia. Comunque lui resta fiducioso", ha dichiarato il fratello Giuseppe all'agenzia di stampa Ansa.
In mattinata anche il procuratore di Locri, Luigi D’Alessio, ha invece spiegato più nel dettaglio e commentato le motivazioni dell’arresto. "Non possiamo consentire, come Stato italiano e con Costituzione italiana, che qualcuno persegua un’idea passando bellamente sopra i principi e sopra i principi, sopra le norme. Altrimenti consentiremmo a chiunque di praticare i propri convincimenti infischiandosene delle leggi. Bisogna scindere la persona Lucano, dall’idea che Lucano ha posto in essere a Riace. Perché sull’idea si può discutere, si può dibattere. C’è chi dice che l’accoglienza non va bene, c’è chi dice che l’accoglienza è l’unica strada possibile. Il problema è la realizzazione di quell’idea. La nostra inchiesta non ha rappresentato un attacco al modello Riace. Se il modello Riace dovesse fallire, non sarà colpa certo della Procura di Locri. Noi abbiamo ravvisato delle ipotesi di reato e quindi, procedendo, abbiamo fatto il nostro dovere. Stiamo, comunque, preparando il ricorso al Tribunale del riesame, che depositeremo nei prossimi giorni", ha concluso.