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Il Senato approva il Milleproroghe blindato dalla fiducia: una norma scatena le proteste dei tassisti

L’approvazione del decreto Milleproroghe in Senato, avvenuta il 15 febbraio in seguito alla richiesta della fiducia da parte del Governo, ha scatenato le proteste dei tassisti italiani, in agitazione da ieri sera. La norma contestata è contenuta in un emendamento a firma Lanzillotta e prevede lo slittamento del termine per l’emanazione del decreto in materia “di trasporto di persone mediante autoservizi non di linea” al prossimo 31 dicembre, uno slittamento considerato un favore a Uber e servizi di trasporto pubblico abusivi.
A cura di Charlotte Matteini
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Foto Vincenzo Livieri - LaPresse  09-06-2015 - Roma - Italia  Cronaca Sit-in dei tassisti contro il fenomeno dei risciò Photo Vincenzo Livieri - LaPresse  08-06-2015 - Rome -  Italy  News Taxi drivers sit-in

Il decreto cosiddetto "Milleproroghe", dopo la richiesta di fiducia avanzata dal governo per voce del ministro dei rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, nel corso della serata del 15 febbraio ha ottenuto l'approvazione del Senato con 153 voti a favore, 99 contrari e nessun astenuto. Grazie alla richiesta di fiducia, quindi, il testo e i relativi emendamenti approvati in commissione arriveranno "blindati" alla Camera per la definitiva approvazione, che stando al calendario dovrebbe avvenire entro il prossimo 28 febbraio. Tra le varie norme contenute nel decreto Milleproroghe, una in particolare ha suscitato le ire dei tassisti, che già dalla serata di ieri stanno protestando in strada a Roma e in varie altre città d'Italia come Torino e Milano. A scatenare la reazione dei conducenti è in particolare la proroga che prevede il rinvio al 31 dicembre del 2017 del termine per l'emanazione del decreto atto a impedire l'esercizio abusivo del servizio taxi e Ncc da parte di imprese e conducenti non autorizzati.

Sostanzialmente questo decreto, che dovrebbe essere emanato dal ministro dei Trasporti guidato da Graziano Delrio, impedirebbe a Uber e società simili di poter tornare sul mercato italiano, ma con la proroga concessa dal Milleproroghe, invece, questo termine slitterebbe a fine anno. La norma, proposta in commissione Affari Costituzionali attraverso un emendamento a firma di Linda Lanzillotta del Partito Democratico, prevede quindi che la sospensione dell’efficacia delle "disposizioni in materia di trasporto di persone mediante autoservizi non di linea" operi fino al 31 dicembre 2017.

Queste disposizioni, che prevedono ad esempio che le auto richieste dai clienti debbano necessariamente arrivare dalla rimessa e non dalla strada e in rimessa debbano tornare dopo il servizio e che questi conducenti possano operare solo ed esclusivamente nel territorio del comune che ha rilasciato l'autorizzazione, secondo i tassisti sarebbero necessarie a impedire l'esercizio abusivo del servizio pubblico di trasporto e un rinvio del decreto viene quindi considerato come una sorta di "via libera" all'abusivismo e in particolare alla famigerata Uber, già in passato finita più volte al centro delle proteste dei tassisti romani e milanesi.

Le agitazioni dei tassisti romani, che hanno improvvisato uno sciopero e indetto una sorta di sit-in davanti a Palazzo Madama, hanno mandato in tilt il traffico della Capitale, ma nel corso delle ore numerosi sono i tassisti di tutta Italia che hanno iniziato a protestare contro la norma contenuta nel Milleproroghe. A Milano i tassisti si sono riuniti in "assemblea spontanea", un'assemblea che ha portato al sostanziale blocco del servizio taxi sul territorio. "Aspettiamo notizie dell’incontro col prefetto, poi decideremo che cosa fare. Ora assicuriamo il servizio a chi ne ha realmente bisogno", spiegano le organizzazioni sindacali, sottolineando che la norma a firma Lanzillotta "riporta di fatto indietro l’orologio di otto anni" e che "se approvata, concede il via libera a tutte una serie di azioni abusive nel settore del trasporto persone". Stessa identica situazione anche a Torino, dove i tassisti si sono mobilitati e hanno inscenato un presidio a oltranza davanti al Comune.

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