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Deficit / PIL al 2,4%

Camera e Senato approvano il Def: lunedì la manovra in Consiglio dei Ministri

Il Senato ha approvato la Nota di aggiornamento al Def con 165 voti favorevoli, 107 contrari e 5 astenuti. I senatori hanno dunque dato il via libera alle previsioni di bilancio contenute nel documento di economia e finanza che prevedono un deficit pari al 2,4% per l’anno 2019, 2,1% per l’anno 2020 e 1,8% per l’anno 2021.
A cura di Charlotte Matteini
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Il Senato ha approvato la Nota di aggiornamento al Def con 165 voti favorevoli, 107 contrari e 5 astenuti. I senatori hanno dunque dato il via libera alle previsioni di bilancio contenute nel documento di economia e finanza che prevedono un deficit pari al 2,4% per l'anno 2019, 2,1% per l'anno 2020 e 1,8% per l'anno 2021 e il rinvio del pareggio di bilancio. L'Aula della Camera ha approvato invece la risoluzione di maggioranza alla Nota di aggiornamento 331 voti favorevoli e 191 voti contrari. L'ex ministro Padoan ha commentato: "Non si capisce come il reddito di cittadinanza, meccanismo per me ancora misterioso, possa creare crescita stabile e duratura".

In mattinata, il capogruppo M5S Stefano Patuanelli ha dichiarato che in primavera entreranno in vigore il superamento della riforma Fornero e il reddito di cittadinanza. Lunedì in Consiglio dei ministri arriveranno sia il decreto fiscale che il testo della manovra. Sempre in mattinata, Salvini ha assicurato che la legge di bilancio non conterrà né patrimoniali né prelievi dai conti correnti degli italiani.

Le opposizioni hanno duramente attaccato il Def: "Questo governo ci vuole portare fuori dall'euro, tutto porta lì. Lo hanno scelto, per un bisogno di propaganda permanente in vista delle europee, per presentarsi come salvatori della patria. Sono preoccupatissimo, vorrei ci rendessimo conto dei rischi", ha dichiarato il segretario del Pd, Maurizio Martina. "L'esecutivo affronta con superficialità disarmante l'aumento di 400 milioni degli interessi sui Bot solo a settembre. Il tema cruciale é la credibilità del Paese. Se sovrastimi la crescita in modo fantasioso nel Def, butti la palla di là sul debito e sul deficit e non ti poni il problema di ricostruire l'equilibrio di fronte alla reazione dei mercati".

I voti a favore della Nota di aggiornamento sulla carta arrivavano a quota 169 contro i 171 ottenuti dall'esecutivo al momento della fiducia di giugno grazie anche al sostegno degli ex pentastellati Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, ora nel misto, ma al termine della votazione si è notato che sono stati solo 165, 4 in meno di quanto preventivato.

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