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Il rogo a Città della Scienza, “prima delle fiamme un altro attentato incendiario”?

E’ il Mattino a rivelare un nuovo particolare “finito negli atti della Procura” che indaga sull’incendio che ha distrutto il museo interattivo di Napoli: qualche mese prima delle rogo, le fiamme divorano un’auto in sosta nei pressi della Città della Scienza. Un’ipotesi che per quanto risibile, lascia intendere a che punto sono le indagini.
A cura di Biagio Chiariello
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Pista interna, camorra, eversione. Chi ha incendiato la Città della Scienza di Napoli? Sono tante le ipotesi. Le modalità con cui sono divampate le fiamme che hanno distrutto il museo interattivo partenopeo e il luogo – un'area dove è indubbiamente forte la presenza dei clan – hanno portato gli investigatori ad esaminare scrupolosamente anche l'ipotesi di un attentato al quale non sarebbero estranea le organizzazioni malavitose. In realtà, al momento non è stato trovato alcun indizio certo che corroborerebbe la teoria del dolo. Gli unici elementi che inducono a privilegiare quella ipotesi, sono alcune immagini postate da testimoni su Facebook che lascerebbero pensare che l'incendio è divampato contemporaneamente in più punti. Per questo ogni particolare può essere utile ai fini dell'indagini per gli inquirenti. Così, come scrive il Mattino stamattina, negli atti della Procura sarebbe finito "anche un episodio di qualche mese fa – siamo nel pieno della scorsa estate – quando lì in Città della scienza le fiamme divorarono un’auto in sosta.  Un rogo, un’auto distrutta, difficile anche accertare se si trattava di un fatto doloso o di un incidente. Fatto sta che oggi anche quel particolare può risultare prezioso nella trama investigativa disegnata in queste ore in Procura". Un particolare forse di poco conto, che non darà nessuna ulteriore certezza agli inquirenti. L'unica cosa certa per adesso è che, a prescindere di chi sia la mano che appiccato il fuoco, quello di Città della Scienza è un incendio criminale, come lo ha definito anche il sindaco De Magistris. Un attentato, sì, al futuro di Napoli.

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