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Il ritorno di Berlusconi: “Dopo la sentenza di Strasburgo potrei ricandidarmi”

Berlusconi ha detto di attendere “in maniera spasmodica” la sentenza della Corte di Strasburgo: “Sono assolutamente sicuro che metterà in chiaro come non ci sia stata nessuna evasione da parte mia. E quindi io dovrei ritornare nella possibilità di ricandidarmi”.
A cura di Susanna Picone
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“Credo che questa sentenza dovrà arrivare. Sono assolutamente sicuro che metterà in chiaro come non ci sia stata nessuna evasione da parte mia. E quindi io dovrei ritornare nella possibilità di ricandidarmi. In quel caso il centrodestra non avrebbe la necessità di cercare altri leader”: parola di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia che, in un’intervista a Raiparlamento, ha quindi spiegato di pensare di poter nuovamente “scendere in campo”. Il Cavaliere ha detto di attendere “in maniera spasmodica” la sentenza della Corte di Strasburgo. “Sono in attesa spasmodica di una sentenza di Strasburgo — così nell’intervista – che purtroppo ci mette troppo tempo per esaminare un caso che non riguarda solo un cittadino ma un importante Paese europeo. Sono assolutamente sicuro che metterà in chiaro come non ci sia stata nessuna evasione da parte mia”.

“Chiedo di votare no al referendum” – Berlusconi nell’intervista ha parlato nuovamente anche del referendum costituzionale del 4 dicembre chiedendo ancora una volta ai cittadini di votare No. Berlusconi, che già nei giorni scorsi aveva parlato di riforma “inaccettabile” che potrebbe portare a una “deriva autoritaria”, ha nuovamente spiegato il perché della sua decisione di schierarsi per il No. “Chiedo di votare no perché questa riforma non fa risparmiare ed è pericolosa perché con la sua legge elettorale chi ha una minoranza piccola può andare al potere e, ad esempio, un leader può avere il governo, la maggioranza della Camera, eleggere il Capo dello Stato, determinare la Corte costituzionale, il Csm… Insomma, diventerebbe padrone dell'Italia e degli italiani”. L’ex premier ha anche fatto un appello al voto “perché – ha spiegato – molti italiani e molti moderati sono disgustati dalla politica e dai politici”. Per questo, davanti ai dati dell'astensionismo, ha detto che “quel 30 percento attribuito ai tre poli significa che il 15 percento degli aventi diritto, un italiano su sei, decide per tutti”.

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