Il ritorno del nucleare in Giappone
E' già terminato il tempo del Giappone nuclear-free. Lo scorso 5 maggio il Paese del Sol Levante aveva detto addio all'energia dell'atomo con la chiusura dell'ultimo dei 54 reattori, a seguito dei vari controlli del dopo-Fukushima. Una data storica per il popolo nipponico che dopo 46 anni ha rinunciato al nucleare. In attesa di lanciare con decisione la sfida delle rinnovabili, in questi 40 giorni la nuova strategia energetica ha fatto affidamento soprattutto a petrolio e gas. Ciò ha significato un rialzo dei prezzi del barile e maggiori emissioni di CO2, eppure non è bastato a rimuovere lo spettro di una grande carenza di energia. La stagione estiva è infatti alle porte e con essa anche il periodo in cui ci sarà il picco di consumi legati al caldo. Così, per evitare possibili blackout, la decisione di ritornare al nucleare. Ieri, Shinobu Tokioka, sindaco di Oi ha dato il via libera al riavvio dei reattori numero tre e quattro della centrale situata nella prefettura di Fukui.
La centrale di Oi è stato una delle prime ad essere chiusa dopo il disastro di Fukushima. A distanza di oltre un anno da quell'11 marzo 2011, nell'impianto sono state effettuate accurate indagini e meticolose valutazioni con l'obiettivo di adeguarsi ai test voluti dalla Commissione sulla Sicurezza Nucleare. Domani è previsto il vertice tra il primo ministro giapponese, Yoshihiko Noda, e il governatore della prefettura di Fukui, Issei Nishikawa: l'obiettivo dell'incontro è proprio l'ufficializzazione alla ripresa della produzione di elettricità dall'atomo. E' quasi certo che il via libera arrivi senza troppi intoppi, anche perché lo stesso premier si è già detto favorevole ad una nuova via per la ri-nuclearizzazione del Paese: «Senza reattori funzionanti la società nipponica non potrebbe sopravvivere. Il nucleare è vitale per il Giappone, privo di risorse naturali» aveva detto qualche giorno fa Noda.
Insomma, «il Giappone deve far ripartire i due reattori per salvaguardare la sussistenza e l'economia del Paese». Questo l'appello in favore dell'energia atomica che il premier ha rivolto in diretta tv alla popolazione. C'è però da dire che molti sono i giapponesi ancora "scottati" dall'incidente di Fukushima. L'opinione pubblica continua ad essere contraria al nucleare, sebbene ci sia coscienza delle difficoltà che si prospettano. Il mese scorso, subito dopo lo spegnimento dell'ultimo reattore, il Governo di Tokyo aveva chiesto alle aziende e alle famiglie di ridurre il più possibile i consumi di energia elettrica per evitare eventuali blackout. Con l'estate questa eventualità diventa sempre più concreta, con ricadute potenzialmente dannosissime per l'economia. Per questo motivo, nei mesi scorsi è stata portata avanti una "campagna" di persuasione pro-nucleare, in vista della ormai prossima riapertura della centrale di Oi. Nonostante ciò, su 11 amministrazioni comunali nei pressi di Fukushima, solo due hanno sostenuto la politica del ritorno all'atomo. E a Tokyo la gente è già scesa in piazza per protestare contro la fine del periodo nuclare-free.