Il racconto di Greta e Vanessa: “Cinque mesi difficili, ma nessuna violenza”
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie finalmente in Italia dopo il rapimento in Siria, sono state ascoltate per oltre quattro ore dai pm romani nella sede dei carabinieri del Ros. Avrebbero parlato di cinque mesi difficili, ma le due ragazze non avrebbero mai subito abusi e violenze. Da quanto si è appreso le due volontarie nei mesi di prigionia sarebbero sempre rimaste in Siria. Hanno cambiato più prigioni, pur restando nella zona nord del Paese, e potrebbero essere finite nelle mani di più persone. Mai Greta e Vanessa avrebbero però visto in faccia i loro carcerieri, rimasti sempre a volto coperto. Sarebbero rimaste, inoltre, sempre insieme. Non sarebbero mai state minacciate direttamente di morte e mai ci sarebbe stato “un uso sistematico della violenza” durante il sequestro. Da quanto si è appreso, hanno insomma subito un trattamento duro, ma con livelli di criticità tollerabili e comunque non ai livelli di quelli subiti da altri italiani sequestrati in zone di guerra come la Libia. Le due giovani non avrebbero alcuna notizia di padre Dall’Oglio, l’altro italiano sequestrato nel luglio 2013 in Siria. I verbali delle due audizioni sono stati secretati e prossimamente le due cooperanti, in seguito a ulteriori accertamenti, saranno nuovamente ascoltate dagli inquirenti.
Greta Ramelli e Vanessa Marzullo avrebbero anche detto di non aver saputo nulla in merito al pagamento di un riscatto per la loro liberazione, “notizia” che sta sollevando diverse polemiche. A tal proposito questa mattina il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, nel corso della sua informativa alla Camera dei deputati, ha detto che per liberare Greta e Vanessa il Governo non ha pagato alcun riscatto. Lo stesso Ministro ha accolto le due ragazze questa notte all’aeroporto militare di Ciampino: il volo che ha riportato a casa Greta e Vanessa è atterrato intorno alle 4.
