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Il procuratore Spataro attacca ancora Matteo Salvini: “È quello che ormai ci riserva il Paese”

Il procuratore di Torino Armando Spataro torna ancora sulla polemica con il vicepremier leghista Matteo Salvini, a proposito del tweet sull’operazione contro la mafia nigeriana: “Non è tanto lo sfottò nei miei confronti, di quello non mi curo, ci rido sopra. Ma è il fatto che avere certi atteggiamenti paga. E questa è la cosa che più preoccupa”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Che ci dobbiamo fare? È quello che ormai ci riserva il Paese". Il procuratore di Torino Armando Spataro continua la polemica iniziata ieri dal ministro degli Interni. In un colloquio con la Stampa il magistrato replica ancora all'attacco del ministro Matteo Salvini, che gli ha sarcasticamente suggerito di andare in pensione, dopo lo scontro di ieri sul tweet del leader leghista, a proposito di un'operazione contro la mafia nigeriana che Salvini ha annunciato in anticipo.

"Non è tanto lo sfottò nei miei confronti, di quello non mi curo, ci rido sopra. Ma è il fatto che avere certi atteggiamenti paga. E questa è la cosa che più preoccupa", dice Spataro, che il 14 dicembre vivrà l'ultimo giorno in Procura prima della pensione: "Sto contando i giorni". Nel merito del tweet, "ci sono delle regole, e andrebbero rispettate", sottolinea Spataro, che osserva come l'annuncio a effetto sia stato cercato da quasi tutti i ministri dell'Interno negli ultimi anni: "Che ci vuoi fare? Tutto ormai fa spettacolo".

Il vicepremier Luigi Di Maio ha commentato così le rivelazioni di Matteo Salvini: "Abbiamo l'esigenza costante di comunicare quel che facciamo ai cittadini, ma mi auguro che la dichiarazione (di Salvini) non abbia intaccato l'inchiesta. Tifo per arrivare alla verità sulla mafia nigeriana. Non voglio credere che un tweet abbia danneggiato l'inchiesta".

Sui toni minacciosi utilizzati da Matteo Salvini è intervenuto anche David Ermini, vicepresidente del Csm: "Quelli usati da Salvini non sono toni accettabili. Se i rappresentanti delle istituzioni usano toni di questo genere, c'è qualcosa che non va: si rischia una frattura all'interno di una comunità. Noi dobbiamo essere tutti dalla parte delle istituzioni. Altrimenti c'è un pericolo: la delegittimazione, che non può portare nulla di buono. Quando le istituzioni vengono delegittimate, tutta la comunità ne risente. La magistratura è autonoma e indipendente e va lasciata lavorare in pace".

"Oggi i toni forti, sprezzanti, possono dare consenso. Ma non si possono rivolgere nei confronti di servitori dello Stato che da anni mettono a repentaglio la loro vita", evidenzia Ermini, secondo cui "la spettacolarizzazione di ogni evento comporta seri rischi se impiegata ai fini di propaganda politica. Spataro è un grande magistrato, che ha dato tanto allo Stato guidando inchieste delicate e pericolose. Al di là del merito della vicenda, in cui non entro, non sono accettabili toni di disprezzo". Secondo Ermini Salvini "avrebbe dovuto dire ‘bravo' a chi ha fatto le indagini e portato avanti l'operazione, non attaccare il procuratore. Ci vuole rispetto per la magistratura anche quando vieni criticato". A proposito della richiesta di apertura di una pratica pro Spataro, avanzata dai togati della corrente Area, Ermini afferma: "se ne discuterà al prossimo Comitato di presidenza".

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