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Il piano del Governo per la riforma del lavoro, niente art.18 per i nuovi assunti

Secondo indiscrezioni, il Ministro Fornero starebbe lavorando ad un nuovo piano di riforma del mercato del lavoro che prevede l’abolizione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori solo per i nuovi assunti, che al posto del reintegro sarebbero risarciti con un indennizzo economico. Il tavolo con le parti sociali riprenderà mercoledì ma le posizioni sono ancora molto distanti.
A cura di Antonio Palma
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Secondo indiscrezioni il Ministro Fornero starebbe lavorando su un nuovo piano di riforma del mercato del lavoro che prevede l'abolizione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori solo per i nuovi assunti, che al posto del reintegro sarebbero risarciti con un indennizzo economico. Il tavolo con le parti sociali riprenderà mercoledì ma le posizioni sono ancora molto distanti.

Quella di eliminare l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori è stata fin dall'inizio del dibattito sulla riforma del lavoro una delle misure su cui il Governo ha voluto puntare. Secondo le rivelazioni di Repubblica, l'Esecutivo in queste ore starebbe approntando un progetto di riforma del lavoro proprio in questo senso eliminando il vincolo però solo per i nuovi assunti. Una scelta che va nella direzione di confermare i diritti già acquisiti dai lavoratori attuali ma che dovrebbe, nella visione del Ministro Fornero, garantire maggiore accesso al mercato del lavoro ai giovani e ridurre la precarietà. Come contropartita all'articolo 18, infatti, il Governo avrebbe intenzione di ridurre drasticamente il lavoro a tempo determinato a favore dei contratti a tempo indeterminato.

Rimarrebbe ovviamente il divieto di licenziamento per motivi religiosi, di razza o legati alla sessualità ma sarebbero invece introdotti motivi economici per lo scioglimento dei contratti. Una bozza che rimodula le possibilità di licenziamento eliminando la giusta causa e l'obbligo del reintegro e sostituendoli con un semplice risarcimento economico, che sarebbe modulato con l'anzianità lavorativa del dipendente. Insomma si estenderebbero le regole ora valide per le piccole imprese sotto i quindici dipendenti a tutti i nuovi assunti. Nonostante le varie rassicurazioni ai sindacati, sembra proprio che l'Esecutivo sia pronto a varare riforme molto impegnative sul fronte della flessibilità del lavoro sia in ingresso che in uscita. Lo ha ammesso anche il Ministro Passera che parlando a Davos davanti ad imprenditori e industriali ha assicurato che in ogni modo l'Italia a breve darà delle risposte all'Europa sul piano del lavoro.

In molti vedono questa nuova soluzione come una chiara approvazione delle richieste fatte a suo tempo dalla Banca Centrale Europea per rilanciare il nostro Paese. Ma oltre che rassicurare mercati e Unione Europea il Governo dovrà convincere delle sue scelte soprattutto lavoratori e sindacati che certamente non vedono di buon occhio una soluzione del genere. Mercoledì si riaprirà il tavolo delle trattative con le Parti sociali e l'Esecutivo ha proposto un dibattito suddiviso in vari pacchetti per meglio analizzare le varie posizioni. Se i sindacati promettono battaglia su statuto dei lavoratori e ammortizzatori sociali, da Confindustria invece arrivano segnali discordanti, tra falchi che vorrebbero cancellare ogni tutela per i lavoratori e colombe che ritengono il momento non adeguato a questo tipo di dibattito. La Fornero punta a chiudere le trattative nel più breve tempo possibile, "a fine marzo o ai primi di aprile al massimo", anche se le posizioni tra le parti sono molto distanti, e i dubbi e le perplessità non mancano.

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