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Il pentito Spatuzza: “Io responsabile di 40 omicidi, chiedo perdono”

Le parole del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza pronunciate, in collegamento video, nel corso del processo a carico del presunto basista della strage di via Palestro compiuta da Cosa Nostra nel 1993: “Abbiamo fatto cose orribili”.
A cura di Susanna Picone
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“Sono responsabile di una quarantina di omicidi, chiedo perdono alla città, alle vittime e ai loro familiari”: queste le parole pronunciate nel corso dell’udienza a Milano dal pentito Gaspare Spatuzza. Ascoltato in collegamento video dal carcere nel corso del processo a carico di Marcello Tutino, il presunto basista della strage di via Palestro compiuta da Cosa Nostra il 27 luglio 1993, Spatuzza ha parlato degli orrori da loro compiuti. “Abbiamo fatto cose orribili – ha detto il collaboratore di giustizia citato come teste dal pm milanese Paolo Storari – accusare Marcello Tutino è doloroso ma per me è un onore essere qui a testimoniare, anche per giustizia nei confronti dei familiari delle vittime”. Il pentito di mafia ha spiegato, rispondendo a una domanda del giudice Guido Piffer, il perché della sua decisione di collaborare: “ Ho deciso di collaborare per fare giustizia, e ora quando vado a letto mi sento onesto e in pace perché tutto quello che posso fare per la legge lo sto facendo, poi mi metto nelle mani di Dio”, ha affermato Spatuzza.

L’intervento del pentito Spatuzza durante l’udienza a Milano

Il pentito ha proseguito col suo racconto: “Ho partecipato a cose mostruose e ho avuto un'esperienza terribile, abbiamo venduto l'anima a Satana. Ora mi sto liberando del male che portavo dentro iniziando un percorso sofferto di ravvedimento e prendendo le distanze da tutto quello che rappresentava per me l'ambiente nel quale ho sempre vissuto”. Nel corso del suo intervento durante l’udienza a Milano, il collaboratore di giustizia ha detto che continuerà sempre a chiedere perdono per le vittime delle stragi di mafia tra cui i “due piccoli angeli”, le sorelline Nencioni, morte nella strage di via dei Georgofili a Firenze. Gaspare Spatuzza ha inoltre raccontato che dal 2008, quando ha deciso di pentirsi, sono iniziati anni “più sofferti” rispetto a quelli del carcere col regime del 41 bis.

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