Il PD salva gli ambulanti e i balneari: la direttiva Bolkenstein non entrerà in vigore
La direttiva Bolkestein non entrerà in vigore nei tempi stabiliti. A prevederlo è un emendamento alla legge di bilancio presentato dal Pd e approvato nel corso della notte dalla commissione Bilancio della Camera. Stando al provvedimento "al fine di garantire che le procedure per l’assegnazione delle concessioni del commercio su aree pubbliche siano realizzate in un contesto temporale e regolatorio omogeneo, il termine delle concessioni in essere alla data di entrata in vigore della presente disposizione e con scadenza anteriore al 31 dicembre è prorogato fino a tale data", ovvero fino al 2019. Dunque, nonostante la direttiva europea sul commercio ambulante e sulle concessioni demaniali avesse dovuto entrare in vigore già da tempo e nonostante la condanna della Corte europea inflitta all'Italia proprio a causa della mancata applicazione delle norme europee, non se ne riparlerà fino al prossimo 2020.
La direttiva Bolkestein, nello specifico, riguarda il commercio ambulante e i gestori di stabilimenti balneari e prevede sostanzialmente lo stop ai rinnovi automatici delle concessioni demaniali, con conseguente messa a gara pubblica delle licenze. Approvata nel 2006, la direttiva si prefigge l'obiettivo di sancire la parità di tutte le imprese e i professionisti europei nell’accesso ai mercati dell’Unione e a tale scopo una delle disposizioni stabilisce che le gare per affidare in gestione servizi pubblici debbano avere regole chiare e ricevere pubblicità internazionale.
Intanto, prosegue l'iter di approvazione della manovra finanziaria, che dovrà essere ultimato entro il 31 dicembre, ma secondo quanto si vocifera, è probabile che la fiducia verrà apposta dal governo giovedì mattina, 21 dicembre. Come anticipato ieri, la manovra non conterrà alcun ritocco al Jobs Act: gli emendamenti del cosiddetto pacchetto lavoro presentato dall'onorevole Damiano al Senato sono saltati e, dunque, non ci sarà alcuna stretta sui contratti a termine né un aumento del numero di mensilità da corrispondere al lavoratore in caso di licenziamento senza giusta causa.