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Il PD resta il primo partito, ma la scissione “costa” almeno due punti

Le intenzioni di voto dell’Istituto Ixè fatte per il programma di Raitre Agorà rilevano una perdita del 2,3% per il Pd, che si ferma al 28,1%. Per il sondaggio condotto da Swg, invece, il calo è di 3 punti. Dietro, il M5s.
A cura di C. T.
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Quanto "costa" la scissione al Partito democratico? Nei giorni in cui si discute di abbandoni e candidature alla segreteria tra i dem, le intenzioni di voto dell'Istituto Ixè fatte per il programma di Raitre Agorà rilevano una perdita del 2,3% per il Pd. Il partito si ferma al 28,1%, riducendo ai minimi il vantaggio sul MoVimento 5 stelle – che, invece, guadagna lo 0,8% in una settimana, arrivando al 27,8%. La Lega Nord, invece, perde terreno: scende di mezzo punto e si attesta al 13%, contro il 12,9% di Forza Italia.

Dalle rilevazioni dell'Istituto Ixè, comunque, emerge anche un altro dato: otto elettori su dieci del Partito democratico confermerebbero il loro voto ai dem, anche dopo la scissione di questi ultimi giorni. Secondo il sondaggio, infatti, il 40% degli intervistati ha risposto che sicuramente voterà Pd; mentre il 45% darà il suo voto al partito "probabilmente". Il 13%, invece, ha dichiarato che non voterà più per il Partito democratico, proprio in seguito alla scissione.

Anche per il sondaggio condotto da Swg il Pd si conferma il primo partito, attestandosi al 28% nonostante la scissione, con un calo di tre punti in una settimana. La rilevazione indica anche che un'alleanza tra dem e centristi (senza bersaniani e Pisapia) avrebbe la meglio sul centrodestra. La sfida sarebbe all'ultimo voto: 31,8% contro 31,2%. Il M5s, invece, si piazzerebbe come secondo partito (25,3%), e terzo polo elettorale.

Nell'area di sinistra, la percentuale raccolta arriverebbe al 9,4%: 3,9% per il Campo progressista di Pisapia, 3,2% del partito di Bersani e D'Alema, Rossi e Speranza, 1,5% Sinistra italiana e 0,8% Rifondazione comunista. Altom infine, il dato di chi non si esprime, che tocca il 39,5%.

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