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Il PD punta a reintrodurre i voucher per le imprese. Mpd: “Facciamo cadere il governo”

Ad annunciare la presentazione dell’emendamento che estenderebbe la possibilità di utilizzare i cosiddetti voucher anche alle microimprese fino a 5 dipendenti, e non le sole famiglie come inizialmente previsto, è stato il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato. “L’annuncio di Rosato di un emendamento che introduce i voucher per le microimprese significa che il Pd ha deciso di far cadere il Governo”, ha replicato Scotto di Mdp.
A cura di Charlotte Matteini
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Il capogruppo del partito di maggioranza Ettore Rosato, Partito Democratico, ha annunciato l'intenzione di presentare un emendamento alla cosiddetta "manovrina correttiva" da 3,3 miliardi di euro al vaglio della commissione Bilancio della Camera per reintrodurre la possibilità per le microimprese fino a 5 dipendenti di poter utilizzare i cosiddetti "voucher", cancellati per decreto proprio qualche mese fa in seguito all'ammissione del referendum abrogativo richiesto dalla Cgil da parte della Consulta. Il governo si era dunque impegnato a cancellare i voucher dall'ordinamento per evitare lo svolgersi del referendum abrogativo targato Cgil, riproponendo poi i buoni lavoro solo per le famiglie, escludendo quindi le imprese italiane. Nel pomeriggio, però, le intenzioni sembrano essere cambiate e il capogruppo PD alla Camera, Ettore Rosato, ha annunciato appunto l'intenzione di estendere l'utilizzo dei voucher anche alle microimprese fino a 5 dipendenti, che sono in sostanza la maggior parte delle imprese presenti in Italia, denuncia l'onorevole di Mdp Arturo Scotto.

"Nella manovrina verrà presentato un emendamento che ripristina il lavoro occasionale non solo per le famiglie ma anche per le piccole imprese", ha spiegato Ettore Rosato. "L'annuncio di Rosato di un emendamento che introduce i voucher per le microimprese significa che il Pd ha deciso di far cadere il Governo", replica duramente il deputato di Mdp, partito formalmente sostenitore del governo Gentiloni, Arturo Scotto.

"La misura è colma. Vogliono andare avanti sui voucher per le imprese, prendendo in giro milioni di italiani che hanno firmato per i referendum Cgil annullati dopo che i voucher sono stati cancellati con un tratto di penna? Bene, andremo avanti anche noi e usciremo dalla maggioranza. È un modo di fare inaccettabile sul piano democratico. L'epilogo di questa legislatura rischia di essere la sintesi perfetta di quella infinita serie di strappi consumati in questi anni", ha aggiunto il capogruppo Mdp alla Camera dei Deputati, Francesco Laforgia.

Insomma, la reintroduzione dei buoni lavoro nell'ordinamento italiano con l'estensione alle microimprese potrebbe mettere in crisi l'esecutivo Gentiloni e vedere l'uscita di Articolo 1 – Movimento Democratico Progressista dalla maggioranza di governo, che più volte ha dichiarato di essere moderatamente favorevole alla reintroduzione dei voucher per le sole famiglie.

Il “dopo voucher” per le imprese dovrebbe consistere in un vero e proprio contratto di lavoro con una serie di paletti per i datori ma anche per i lavoratori. La nuova procedura telematica potrà essere utilizzata solo da aziende fino a 5 dipendenti, con l’introduzione di un tetto unico di 5mila euro l’anno a singola impresa, eventualmente elevabile a 7500 euro in caso di “assunzione” di particolari categorie di lavoratori come disoccupati, studenti, pensionati. Ciascun lavoratore potrà ricevere fino a un massimo di 2500 euro. Si potrà attivare il nuovo contratto per non meno di quattro ore e poi salire. Il lavoro occasionale sarà precluso in edilizia e nelle cosiddette attività pericolose (come miniere, estrazioni, scavi). Il contributo previdenziale sarà pari al 32%, come per un contratto di collaborazione.

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