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Il Papa fa visita ai rifugiati di Roma: arriva in berlina e senza scorta

Il Santo Padre aveva promesso mesi fa una visita presso il Centro Astalli, gestito dai Gesuiti di Roma. Quando è arrivato ha abbracciato e baciato i migranti che lo attendevano.
A cura di D. F.
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Lo aveva annunciato mesi fa. I volontari del centro Astalli, che ospita rifugiati politici, avevano saputo della visita di Papa Francesco pochi giorni dopo l'elezione del nuovo Pontefice. "Verrò a trovarvi presto", era il senso della lettera arrivata all'organizzazione di matrice gesuita (come Francesco). Il Papa h mantenuto la promessa ed è arrivato oggi pomeriggio: la sua visita era attesa, ma lui è sceso da un'anonima berlina, senza neppure i lampeggianti accesi, e si è immerso nel centro senza la scorta al seguito. Alla guida dell'automobile il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani.

Ad attenderlo c'erano una trentina di rifugiati, perlopiù africani. Il pontefice prima di entrare nel centro, che sorge nel cuore di Roma, si è fermato ad abbracciarli tutti. Insieme ai rifugiati c'erano anche il cardinale vicario di Roma Agostino Vallini, padre Giovanni La Manna (presidente del Centro Astalli) e padre Federico Lombardi direttore della sala stampa vaticana. Il Pontefice si è diretto subito alle transenne, dietro le quali diversi profughi e immigrati gli hanno teso la mano per un saluto ravvicinato, al quale Francesco non si è sottratto. Ma il Santo Padre non si è tirato indietro neppure di fronte ai tanti curiosi che lo aspettavano per vederlo. Il Santo Padre, ha salutato alzando le braccia verso i fedeli e infine è entrato nel Centro dei Gesuiti per i rifugiati da un ingresso laterale, muovendosi sempre senza scorta. Poco prima di Papa Bergoglio, era arrivato anche il sindaco di Roma Ignazio Marino.

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