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Il papà di Carolina, suicida a 14 anni: “Mia figlia uccisa da 2600 like”

Carolina Picchio, 14enne novarese, è morta nel gennaio 2013. Il padre ora chiede di non cambiare il ddl sul cyberbullismo: “Si è uccisa perché dei giovanotti poco più grandi di lei, dopo averla molestata sessualmente e aver filmato ogni scena, hanno messo tutto su Internet”.
A cura di Susanna Picone
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 “Sono il papà di Carolina, quella ragazzina meravigliosa che manca a me e al mondo da una notte di gennaio del 2013. Mia figlia aveva 14 anni, si è uccisa perché dei giovanotti poco più grandi di lei, dopo averla molestata sessualmente e aver filmato ogni scena, hanno messo tutto su Internet. Me la ricordo bene la notte in cui tornò da quella festa, andai a prenderla io stesso e la mattina dopo mi disse: papà non ricordo niente di quello che ho fatto ieri sera”: inizia così l’intervento che Paolo Picchio, papà della quattordicenne novarese morta suicida nel 2013, ha affidato al Corriere della Sera nei giorni in cui si parla del drammatico caso di Tiziana Cantone. Carolina era una ragazza che si è uccisa, scrive il padre, “dopo aver letto i 2600 like, insulti e volgarità vomitati dal mondo anonimo della rete”. Un padre che, mentre continua a chiedersi se i responsabili abbiano capito realmente quanto provocato, ha deciso che “Carolina non poteva essere una riga in cronaca che si legge e si dimentica”. “Così oggi vivo per le Caroline che non conosco e che purtroppo, lo so, sono da qualche parte nella rete anche adesso mentre scrivo”, ha spiegato al Corriere.

Da qui la proposta di legge sul cyberbullismo: “Vivo per creare anticorpi, per una società migliore. Per esempio attraverso la proposta di legge per la prevenzione e il contrasto al cyberbullismo che ha firmato per prima l’ex insegnante di musica di Carolina, la senatrice Elena Ferrara. Il nostro disegno di legge riguarda soltanto i minori e abbiamo avuto la disponibilità di Twitter, Facebook, Google, dei garanti e di tanti altri per agevolare la rimozione dei contenuti che danneggiano, appunto, i minorenni. Ma qualcuno vuole modificare il nostro testo originario ed estendere la legge ai maggiorenni, e temo che la disponibilità dei social e degli altri in questo caso andrà a ramengo”, ha scritto nel suo intervento spiegando di aver previsto anche un protocollo per trattare casi di cyberbullismo e un centro di prevenzione che coinvolga le scuole: è  tutto pronto ma non decolla perché mancano fondi.

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