Il video dell’attentatore di Brindisi mentre aziona il telecomando
UPDATE: ecco le immagini diffuse da skytg24 che mostrerebbero il presunto attentatore premere il telecomando che avrebbe fatto esplodere le bombole di gas piazzate davanti all'Istituto Morvillo Falcone la mattina del 19 maggio.
Dopo l'acquisizione di tutte le immagini delle varie telecamere piazzate nei dintorni della scuola Morvillo Falcone di Brindisi, si delineano sempre di più le caratteristiche fisiche e l'identikit dell'attentatore che ha stroncato la vita della studentessa 16enne Melissa Bassi. Dopo una prima ricostruzione con i nuovi fotogrammi a disposizione gli inquirenti hanno accertato alcune caratteristiche che in un primo momento sembravano delineare la figura del ricercato. Nessuna menomazione di alcun tipo come precedentemente si era pensato, l'uomo intorno ai 45 anni capelli rasati e occhiali da vista, dai video si muove invece agilmente avanti e indietro ben prima dello scoppio dell'ordigno controllando la situazione.
Ancora nessun indagato – Un lavoro certosino quello degli esperti della Polizia che stanno analizzando al dettaglio ogni singolo fotogramma dove l'uomo è ripreso in volto per stabilire un identikit più preciso possibile. Al momento però ancora nessun indagato perché la figura ancora non ha un nome e cognome, tutte le persone fin qui fermate dalla polizia che sta indagando sul caso avevano un alibi forte o comunque si sono rivelate estranei ai fatti. Nessuna certezza neanche sulle competenze elettroniche dell'uomo ripreso, visto che per gli inquirenti è ormai molto probabile che avesse dei complici sia nella preparazione dell'ordigno che il giorno stesso davanti alla scuola.
Sul posto c'erano dei complici – L'unica cosa certa, infatti, è che l'uomo non abbia agito da solo e che non si è trattato di un gesto isolato come aveva detto il procuratore di Brindisi all'indomani dell'attentato. Insieme all'uomo ripreso dalle telecamere molto probabilmente vi erano dei complici che lo hanno aiutato a confezionare e piazzare materialmente l'ordigno e che hanno collaborato alla realizzazione dell'atto criminoso. Per gli inquirenti, infatti, il dispositivo composto da bombole di gas era troppo pesante e ingombrante per esser trasportato lì da un solo uomo, e in più c'era bisogno di almeno un palo che controllasse i movimenti sulla strada e di qualcuno che materialmente premesse poi il bottone per lo scoppio.