Il ministro Tria scrive all’Ue: “Manovra coraggiosa e responsabile, pensiamo ai cittadini”
La nota di aggiornamento al Def non è ancora arrivata in Parlamento, ma il ministro dell'Economia ha scritto alla Commissione Europea per spiegare a grandi linee quelle che saranno le misure contenute all'interno della legge di bilancio e le previsioni relative al deficit italiano nel corso del triennio: "Auspico un dialogo aperto e costruttivo, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le istituzioni", scrive Tria, confermando che nella nota di bilancio il deficit al 2,4 per cento è previsto per il solo 2019 mentre arriverà una riduzione al 2,1 per il 2020 e all’1,8 per il 2021. Per quanto riguarda le proiezioni del Pil, il Def specifica un 1,5 per cento nel 2019, 1,6 nel 2020 e 1,4 per cento nel 2021.
"Come sostenuto in diverse occasioni, la manovra di bilancio che questo Governo si appresta a varare è coraggiosa e responsabile, puntando alla crescita e al benessere dei cittadini, assicurando in seguito un profilo di riduzione del deficit, che passerà dal 2.4% del 2019 al 2.1% del 2020 per chiudere all'1.8% del 2021″, ha scritto Tria nella lettera indirizzata alla Commissione europea. L'impatto delle singole misure sull'economia del Paese deve essere valutato nel quadro dell'intera manovra: maggiori risorse per gli investimenti pubblici e privati, minore pressione fiscale sulle piccole e medie imprese e sui lavoratori autonomi, spinta al ricambio generazionale sul mercato del lavoro e sostegno ai soggetti più vulnerabili. "Ora si apre la fase di confronto con la Commissione Europea, che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del Governo delineata dalla manovra. Come è avvenuto all'interno del Governo, auspico che il dialogo con la Commissione Europea rimanga aperto e costruttivo, tenendo conto delle reali esigenze di cittadini e imprese e del ruolo che svolgono le Istituzioni. In questo dialogo il Governo si presenta compatto e fiducioso", prosegue Tria.
Nonostante lo sforzo relativo alla riduzione del deficit nel corso del prossimo triennio, il problema per l'Italia potrebbe essere rappresentato dal deficit strutturale, che a prima lettura dovrebbe esser ben al di sopra gli impegni presi in sede europea.