Il Ministro Balduzzi: “Sofia potrà continuare con le staminali, ma non a Brescia”. E i genitori dicono “no”
Tanto tuonò che piovve. L'intervento, direttamente sulle pagine del Corriere della Sera, di Adriano Celentano sulla vicenda della piccola Sofia alla fine ha portato ai risultati che tutta l'opinione pubblica attendeva. La bimba di tre anni affetta da una gravissima malattia degenerativa potrà continuare le cure con le cellule staminali. Il via libera è arrivato proprio da quel Renato Balduzzi contro cui il cantante si era scagliato nel suo articolo pro-Grillo, dopo che il servizio de Le Iene aveva portato alla luce la controversa storia della "bambina farfalla". La questione, però, è tutt'altro che risolta. Il Ministro della Salute ha infatti stabilito che le "cure compassionevoli" per Sofia dovranno essere somministrate in un laboratorio autorizzato dall'Aifa (l'agenzia italiana del farmaco) e non a Brescia dove aveva ricevuto una prima infusione di cellule staminali nel novembre 2012. Una decisione che ha colto di sorpresa i genitori della piccola che ora su Facebook si dichiarano "colpiti negativamente" dalla proposta lanciata Balduzzi. "Abbiamo documentazione medica – scrivono – che attesta l'inefficacia di queste altre cellule su malattie neurodegenerative come quella di Sofia. Ieri, nel colloquio col ministro, ci sono state prospettate alcune possibilità. Ma l'unica terapia che vogliamo per Sofia è quella di Stamina, cioè quella che è già stata regolarmente avviata con un protocollo d'intesa tra noi e gli Spedali Civili di Brescia". Secondo l’Aifa però le cure del centro Stamina sarebbero "dannose”. Ma i genitori di Sofia sono dell'idea che si tratti della "stessa cura che altri bambini portano avanti tranquillamente perchè il giudice del lavoro della loro città l'ha approvata. La stessa cura che ha prodotto risultati certi. Non abbiamo tempo per sperimentare. Sofia sta morendo. Morendo per un cavillo burocratico".