Ora non si potrà più fingere. Nel Movimento 5 Stelle succede quello che molti temevano (e che lo stesso Di Battista aveva confessato a qualcuno dei suoi): l'eventuale alleanza con la Lega di Salvini (e l'appoggio bonario di Silvio Berlusconi che ha accettato di stare buono in disparte, ora resta da capire in cambio di cosa, come scrive stamattina Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano) incenerisce una volta per tutte il refrain né di destra né di sinistra che tanta fortuna ha portato al Movimento in questi ultimi anni e che ha permesso di tenere insieme voti così apparentemente distanti con uno scientifico benaltrismo messo in atto ogni volta che si poneva un tema etico o si discuteva delle diverse declinazioni dei diritti e della solidarietà.
Governare con Salvini significa, piaccia o no, accettare la sua visione del mondo, quella stessa che ha intossicato la campagna elettorale e gli ultimi anni di politica in Italia blandendo razzismo, xenofobia, antiantifascismo, maschilismi vari, cattivisti fieri, una certa nostalgia mussoliniana, un amore per le armi e le difese sparate dal retrogusto trumpiano, una visione cagnesca della sicurezza e una malcelata blandizia verso mafiosi, paramafiosi, corrotti e corruttori. Per dirla franca: si potrà scrivere un "contratto" che eviti accuratamente di occuparsi di alcuni temi (su inceneritori e grandi opere, solo per fare due esempi, Lega e M5S sono agli antipodi) ma non si potrà nascondere a lungo il fatto che la "Terza Repubblica" (poveri noi) consegni alla Storia il governo più di destra che si sia mai visto da queste parti e che difficilmente riuscirà a tenere a bada le proprie pulsioni.
Il Movimento 5 Stelle, rifugio di molti elettori di sinistra scontenti della sinistra e del centrosinistra degli ultimi anni, ora svela le carte e si ritrova a un bivio: allearsi con Salvini per provare (ancora) a rubargli elettori significherà perdere un pezzo significativo della propria base e se invece proverà a contrastarne le destrosità farà load gioia di Berlusconi (e di un bel pezzo di PD) che non vedono l'ora di additare la strana coppia come incompatibile, litigiosa e inconcludente. Non reggerà nemmeno la narrazione di un Berlusconi "messo all'angolo" come si legge in queste ore: la legge sul conflitto di interessi, anche qui solo per fare un esempio, è stata sventolata a lungo durante la campagna elettorale dei Cinque Stelle e ora, c'è da scommetterci, sparirà miracolosamente dal programma di governo: questa è una delle garanzie che hanno ammansito Forza Italia. E Berlusconi, badate bene, è l'alleato di cui Salvini non può fare a meno anche nella prossima campagna elettorale: è il leader della Lega "l'amico degli amici" che farà da garante. Chissà che ne pensano gli indignati dalla trattativa Stato-Mafia.
A sinistra, intanto, qualcuno dice di volersi godere lo spettacolo stando sulla riva del fiume a mangiare popcorn. Buon per loro che non hanno ancora capito come la delusione provocata da altri non sia una ragione sufficiente per riconquistare i voti: Berlusconi non è stato "resuscitato" da nessuno se non dall'irrilevanza politica degli altri tutti intorno. Ma anche di questo sembrano accorgersene in pochi.