Il Governo vara il codice appalti. Delrio: “Ponte sullo Stretto? Da valutare seriamente”
Dal Consiglio dei ministri via libera al nuovo codice sugli appalti. In conferenza stampa è stato il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio a spiegare come si tratti di una misura che rafforza il ruolo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, che sarà chiamata a emanare linee guida e contratti tipo, anche per quel che concerne il nuovo sistema della soft regulation, ovvero della regolamentazione leggera. Nella lettura del ministro, grazie alla modifiche approvate dal Consiglio dei ministri (e che prevedono anche cambiamenti per le gare d’appalto, con lo stop ai massimi ribassi, ai subappalti e alle certificazioni da presentare), le parole d’ordine ora saranno “semplificazione, trasparenza, lotta alla corruzione e qualità”.
Un passaggio dell’intervento di Delrio è però destinato a far discutere: quello sul Ponte sullo Stretto di Messina. L’esponente del Partito Democratico ha rilanciato la linea del Presidente del Consiglio (che non ha escluso il progetto, ma lo ha inserito in basso fra le priorità del Paese), ma ha spiegato: “Renzi dice cose condivisibili, il Paese ha molte priorità, ma il Ponte va valutato seriamente. E noi stiamo continuando a lavorare sulle priorità, ma non dimentichiamo che c’è questa prospettiva”.
Ricordiamo che la questione del Ponte sullo Stretto è tra i cavalli di battaglia del Nuovo Centro Destra e in particolare del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Qualche mese fa, durante la discussione sugli interventi relativi alla Salerno – Reggio Calabria, era stata approvata una mozione di Dorina Bianchi (parzialmente modificata grazie all’intervento del sottosegretario De Caro), con cui:
Il Governo si impegna a valutare l'opportunità di una riconsiderazione del progetto del ponte sullo Stretto di Messina, come infrastruttura ferroviaria, previa valutazione e analisi rigorosa del rapporto costi-benefici, quale possibile elemento di una strategia di riammagliatura del sistema infrastrutturale del Mezzogiorno.
Delrio allora aveva stemperato le polemiche dicendo: “In questo momento il dossier non è sul mio tavolo, abbiamo dossier più urgenti. Se una forza politica o il Parlamento ci invitano a valutare se un domani potremo riaprirlo, noi non diciamo di no. Non abbiamo pregiudizi la valutazione si fa sempre”.