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Il governo taglia il credito d’imposta alle librerie indipendenti e alle case editrici

Una taglio al credito d’imposta per le librerie indipendenti e non solo. È quanto previsto dalla prossima legge di bilancio 2019 del governo-Conte. Da più parti, a iniziare dall’associazione librai italiani, si parla di “penalizzazione alla cultura”. Cosa prevede nel dettaglio la prossima manovra finanziaria per libri, librerie e case editrici?
A cura di Redazione Cultura
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Una sforbiciata a diversi incentivi, a partire da libri, librerie e case editrici. Ma non solo. È quanto previsto dalla prossima legge di bilancio 2019 del governo-Conte a maggioranza Lega-5Stelle. Un colpo per un settore certamente non tra i più prosperi dell'economica italiana e allo stesso tempo strategico per lo sviluppo complessivo della coscienza civile del Paese. Da più parti, a partire dall'associazione librai italiani, già si parla di "penalizzazione alla cultura". Ma cosa prevede, nel dettaglio la prossima manovra finanziaria del governo gialloverde?

Stando ai primi dati riportati in questi giorni su diverse testate, da Repubblica e al Sole 24 Ore, con la prossima manovra è previsto un taglio di 20 milioni di euro per il Bonus Cultura riservato ai diciottenni per il 2019. In più, anche un taglio pari a 2,3 milioni per i musei autonomi. Ma la voce su cui proprio i librai non sono d'accordo e sono pronti a dar battaglia col ministro Bonisoli è un'altra. È pari, infatti a 4 milioni la riduzione del credito d’imposta per gli esercenti cinematografici, a 1,25 milioni per i crediti d’imposta delle librerie, a 375.000 euro per le case editrici. Il totale dei risparmi sulla cultura ammonterebbe a poco più di 5 milioni e mezzo.

Da precisare che se per il tax credit delle sale cinematografiche si parla di una completa cancellazione (di un credito fiscale di cui avevano appena cominciato a godere, considerato che era entrato in vigore a fine 2016) per le librerie si parla di un forte ridimensionamento. Uno strumento, quest'ultimo, entrato in vigore per l'intervento del ministro Dario Franceschini, durante la scorsa legislatura, e introdotto dalla legge di bilancio 2018. Vediamo in cosa consisteva questo strumento, utile soprattutto per le librerie dei piccoli centri.

Cos'è il tax credit per librerie che il governo taglierà

Il provvedimento introdotto dalla Legge di Bilancio del 2018 serve a regolare "le modalità con cui gli esercizi commerciali che operano nel settore della vendita al dettaglio di libri nuovi e usati possono accedere al credito d'imposta per diverse categorie di spese nella misura massima di 20.000 euro per gli esercenti di librerie indipendenti e di 10.000 euro per gli altri esercenti". Il credito d'imposta così concepito e tuttora in vigore viene "parametrato sul fatturato dell'esercizio, interessa in diversa misura le seguenti spese: Imu, Tasi, Tari, imposta sulla pubblicità, tassa per l'occupazione di suolo pubblico, spese per locazione al netto di Iva, spese per mutuo e contributi previdenziali e assistenziali per il personale dipendente".

La misura era stata introdotta per favorire soprattutto le librerie dei piccoli centri. Tant'è che "nel ripartire il totale delle risorse disponibili, il credito d'imposta verrà infatti riconosciuto in una prima fase agli esercenti dell'unica attività commerciale nel settore della vendita al dettaglio di libri, in esercizi specializzati, presenti nel territorio comunale e successivamente agli altri aventi diritto". Per poter inoltrare istanza per fruire del bonus, una delle condizioni, inoltre, è avere il 70% dei ricavi complessivamente dichiarati dalla cessione dei libri.

Ovviamente ridurre il credito d'imposta in questo settore significa colpire innanzitutto le librerie indipendenti e quelle nei piccoli centri, mentre le più forti reggeranno tutto sommato all'urto dei tagli, trattandosi di cifre tutto sommato sopportabili per grandi imprenditori. Uguali risorse che, tuttavia, rendevano la vita delle piccole librerie più facile in un momento storico sempre più complicato per il mercato librario.

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