Il Governo presenta il Def: manovra da 10 mld. Renzi: “Finito tempo delle tasse”
"E' finito il tempo delle tasse", dice Matteo Renzi in conferenza stampa a Palazzo Chigi. Dopo una riunione durata circa un'ora e mezza, il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di Economia e Finanza, con la definizione degli obiettivi di finanza pubblica per i prossimi tre anni, l’aggiornamento delle previsioni per l’anno in corso, la stesura del conto economico e di cassa delle amministrazioni pubbliche, le previsioni tendenziali per il prossimo triennio e le informazioni sui risultati e sullo stato dell’arte del percorso di riforme."È un punto fondamentale, chiaro, centrale per il paese, il fatto che non ci saranno più tasse. Dobbiamo far sì che i sacrifici non li facciano più i cittadini, semmai qualche politico o amministratore a vari livelli", dice ancora il premier in conferenza stampa.
Bonus di 1,6 miliardi
"Mettiamo parola fine al ritornello di oggi sul Bonus Def, sugli spazi che governo avrà per usare un margine che c'è. Abbiamo da parte qualcosa, decideremo nelle prossime settimane se e come utilizzarlo sulla base delle priorità che riterremo necessarie" dice ancora Renzi a Palazzo Chigi dopo il Cdm. "Non è il Def il luogo dove decidere come spendere gli 1,6 miliardi individuati", ha aggiunto. Poi una precisazione: "Non esiste nessun problema con le Regioni. Per le Regioni vale il principio che non c'è nessun aumento di tasse così come per i Comuni". E anzi, "ai Comuni di soldi ne stiamo dando tanti", assicura il premier. "Per esempio per le metropolitane i soldi stanziati sono undici miliardi di euro".
L’impianto non è mutato rispetto a quanto anticipato qualche giorno fa dalla conferenza stampa congiunta di Renzi e Padona. In sostanza gli impegni del Governo restano quelli indicati nella nota pubblicata dopo il Cdm di martedì:
Per il 2016, infatti, il Governo si impegna a cancellare l’aumento delle tasse contemplato dalle clausole di salvaguardia, per un valore corrispondente a 1 punto di PIL. Questo intervento viene effettuato grazie ai risparmi della revisione della spesa e al beneficio che si registra grazie alla crescita maggiore e alla spesa per interessi sul debito inferiore rispetto alle previsioni precedenti.
Il ricorso alla “clausola delle riforme” prevista dalle linee guida sulla flessibilità delle regole europee pubblicate dalla Commissione a gennaio di quest’anno, consente di contenere l’aggiustamento strutturale a 0,1% del PIL rispetto allo 0,5% altrimenti richiesto dalle regole comuni.
Il debito pubblico si stabilizza nel 2015 e comincia il percorso di riduzione a partire dal 2016. Un percorso che libererà il Paese da un grave fardello. La regola del debito viene quindi rispettata e l’obiettivo viene centrato nel 2018.
La manovra varrà 10 miliardi di euro, che serviranno a disinnescare le clausole di salvaguardia e a garantire la stabilità complessiva dei conti. Decisiva sarà la nuova spending review dei commissari Gutgeld e Perotti, che vedrà “tagli a ministeri, consulenze e premi nella Pubblica Amministrazione”, nonché la revisione del sistema delle detrazioni fiscali (per circa 2 miliardi di euro), modifiche al sistema di incentivi alle imprese e una “riorganizzazione” al sistema delle partecipate locali. Passaggi che avranno tempi lunghi, anche se i primi provvedimenti potrebbero essere inseriti nella prossima legge di stabilità.
Ma non di solo Def si è parlato, ma anche di corruzione. "Io preferisco i partiti finanziati da cene e feste che non da tutti i cittadini costretti a pagare i partiti pur essendoci stato un referendum che fu cancellato con un colpa di spugna – ha spiegato Renzi -. E' corretto chiedere più trasparenza, ma bisogna avere il coraggio di dire che fare di tutta erba un fascio può servire a qualche trasmissione tv, ma la differenza è tra chi ruba e chi non ruba".