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Il governo non cede sul taglio delle detrazioni fiscali: nessun rinvio

Nella serata di ieri si è sparsa la voce che, dopo le polemiche sulla retroattività da parte della maggioranza, il governo Monti avesse deciso di rinviare al 2013 la decurtazione degli sgravi. Ma non è così: oggi, infatti, il testo arriva sul tavolo del Quirinale e sarà il punto all’ordine del giorno del Cdm.
A cura di Biagio Chiariello
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Il governo non cede sul taglio delle detrazioni fiscali: nessun rinvio

Ieri sera, al termine di una giornata convulsa, il governo ha smentito l'ipotesi di un rinvio al 2013 dei tagli sulle detrazioni fiscali, ossia gli sconti che ogni contribuente può vantare sulla propria dichiarazione dei redditi. Decorreranno, dunque, dal periodo di imposta al 31 dicembre 2012. In molti avevano auspicato una qualche forma di modifica del provvedimento previsto nella Legge di Stabilità, viste le molteplici critiche piovute in merito alla questione dell'alleggerimento delle agevolazioni al 2013. I ritardi nella presentazione in Parlamento del ddl approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 10 ottobre fino alla tarda serata (il termine ultimo era la mezzanotte), hanno fatto ben sperare i critici (da Fassina del Pd: «Il ministri Grilli difende l'indifendibile» a Gasparri del PdL «Il ddl stabilità non garantisce l'equilibrio dei conti e dell'economia»), ma alla fine Palazzo Chigi ha fatto sapere che entro stamane il testo arriverà al Quirinale: "Disegno di legge contenente nuove disposizioni di semplificazione amministrativa a favore dei cittadini e delle imprese". E' il punto al'ordine del giorno del Consiglio dei ministri di oggi convocato alle 9,30.

Il governo dice dunque no all'ipotesi di un rinvio dei tagli sulle detrazioni fiscali. In realtà una modifica era stata pure ipotizzata dai tecnici di Monti, ma metterla in atto avrebbe poi comportato la cancellazione del calo della seconda aliquota Irpef, quella che dal 27% scenderà al 26%, fiore all'occhiello della Legge di Stabilità. Per l'esecutivo, poi, i critici dovrebbero considerare il fatto che il provvedimento realizza una «falsa retroattività», perché gli effetti si vedranno solo nel 2013. E ancora, le stesse fonti sottolineano come anche in passato interventi simili siano stati basati su questo principio.
Ad ogni modo qualche modifica ci sarà: cancellata la stretta sui permessi dei dipendenti pubblici per assistere i familiari disabili la tassazione delle pensioni di invalidità (confermata invece l'applicazione dell'Irpef su quelle di guerra).

Nel frattempo sono stati diffusi i dettagli della relazione tecnica che accompagna il ddl stabilità. Perdita per lo Stato di 3,280 miliardi, invece, dalla decisione più discussa: quella di alzare di un "solo" punto l'Iva (e non 2 come inizialmente stabilito); il calo delle prime due aliquote Irpef di un punto costerà nel 2013 4,15 miliardi di euro, nel 2014 sarà di 6,50 mld e nel 2015 di 5,85 miliardi; mentre i tagli degli "sconti fiscali", con la franchigia e il tetto, porteranno risparmi complessivamente pari a 1,156 miliardi di euro «in termini di competenza annua». Infine, la perdita di gettito di addizionale regionale sarà pari a -64,5 miliardi, mentre per quella comunale è stimata una flessione di 17,7 miliardi.

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