Non c'è alcun dubbio che la decisione del giudice per le indagini preliminari di procedere al giudizio immediato per Silvio Berlusconi, per quel che concerne i reati di concussione e prostituzione minorile, sia da considerarsi uno dei "momenti" della storia dell'Italia repubblicana. Infatti, la notizia che il 6 aprile si terrà la prima udienza del processo al Presidente del Consiglio segna ovviamente un nuovo capitolo nella storia recente italiana, stretta fra il lungo braccio di ferro fra il Cavaliere e la magistratura.
Un duello che ha toccato il vertice proprio nelle ultime settimane, ma che ha radici lontane nel tempo ed ha di fatto contraddistinto tutta l'esperienza politica di Silvio Berlusconi, fino a considerarsi il vero leit motiv sia delle sue campagne elettorali (assieme all'altro cavallo di battaglia della "sinistra comunista), sia della sua attività politica, con il Parlamento che negli anni ha approvato, discusso e bocciato un numero incredibile di provvedimenti destinati a "riformare la Giustizia" e finito spesso sotto "la lente di ingrandimento" della Corte Costituzionale. In particolare però, bisogna sottolineare che il giudizio immediato del 6 aprile va ad inserirsi in una "agenda" già preoccupantemente piena, con la ripresa del processo sui diritti tv di Mediaset prevista per la fine del mese di febbraio, con il processo Mediatrade e quello Mills che ricominceranno nei primi giorni di marzo e con le indagini romane che sono in fase di completamento.
Insomma, considerandolo in un'ottica più ampia il caso Ruby, al di là della sua valenza in termini di credibilità complessiva, rischia di essere davvero il punto di non ritorno della parabola berlusconiana. Anche le dichiarazioni dell'ultima ora dei tanti esponenti della maggioranza sembrano in effetti riflettere un clima da "scontro finale", con l'attività "eversiva" della Procura di Milano cui bisogna "porre un argine, in modo da tutelare il diritto a governare attribuito al Presidente dal popolo sovrano". E pensare che fino a qualche giorno fa c'era chi pensava che la scena finale del Caimano di Nanni Moretti fosse solo fantascienza…