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Il giorno dell’Italicum: la Camera boccia le quote rosa

Oggi alla Camera dei deputati potrebbe arrivare il voto finale sull’Italicum, 3000 giorni dopo l’approvazione del Porcellum.
A cura di Redazione
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Ore 21.45 – Renzi interviene su Twitter. Nel mezzo delle polemiche per quanto accaduto stasera alla Camera, che ha bocciato tutti e tre gli emendamenti a favore delle donne, è intervenuto su twitter il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il premier ha fatto sapere che il partito assicurerà lo stesso l’alternanza di genere. C’è rispetto – ha spiegato Renzi – per quanto votato in Parlamento sulla parità di genere ma resta anche l’impegno della Direzione del Pd.

Ore 20.15 – No dell’Aula anche al secondo emendamento, anche questo bipartisan e respinto a scrutinio segreto, che prevedeva che nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al 50% per i capilista. Questo emendamento è stato bocciato con 344 voti contrari e 214 a favore. Bocciato infine anche il terzo emendamento: “no” ad “almeno il 40% dei capilista siano donne in ciascuna regione”. La bocciatura della parità di genere è stata accolta dal plateale disappunto delle deputate.

Ore 19.58 – La Camera respinge il primo emendamento sulla parità di genere. I voti contrari all’emendamento sono stati 335, e i favorevoli 227. Lo scrutinio segreto era stato richiesto da 39 parlamentari di Fi, Fdi, Ncd e Udc.

Ore 18:30 – Dopo una lunga serie di interruzioni, è arrivata l'ufficializzazione della decisione del Governo (con l'appoggio di Forza Italia) di rimettersi all'Aula per la decisione sulla questione della parità di genere nell'Italicum. A questo punto bisognerà capire che tipo di maggioranza trasversale si formerà alla Camera dei deputati sul punto in questione.

Nelle prossime ore la Camera dei deputati darà il via libera al nuovo sistema elettorale, l'Italicum, con il voto finale che potrebbe arrivare già stasera o al massimo nella mattinata di domani. In effetti, il programma odierno prevede la discussione degli emendamenti e degli ordini del giorno e la continuazione della seduta anche in orario notturno. Si potrebbe così concludere il primo passaggio parlamentare dell'Italicum, la legge che dovrebbe sostituire ciò che resta del Porcellum dopo i rilievi della Corte Costituzionale e che curiosamente potrebbe arrivare 3000 giorni dopo l'approvazione della ormai celeberrima "porcata" del Governo Berlusconi, secondo la definizione del suo ideatore Roberto Calderoli. Poi la palla passerà al Senato, che proseguirà l'esame del provvedimento, intorno al quale continuano le polemiche.

In effetti l'esame della Camera ha portato una sola (fondamentale) novità: lo stralcio dell'intero articolo 2 della legge, che dunque non sarà applicabile al Senato. Questo comporta la subordinazione dell'entrata in vigore della legge all'abolizione del Senato (o meglio la sua trasformazione in camera elettiva di secondo livello), ma anche la coesistenza nel periodo che intercorrerà di due leggi distinte per le diverse camere del Parlamento. Nulla invece è cambiato su altri aspetti molto dibattuti della legge frutto dell'accordo fra Mattteo Renzi e Silvio Berlusconi. In particolare la (nuova) maggioranza ha respinto compatta le proposte di modifica delle soglie di sbarramento, del premio di maggioranza e dell'introduzione delle preferenze al posto delle liste bloccate (anche se corte). Nulla da fare nemmeno per la rideterminazione dei collegi e la distribuzione dei seggi su base nazionale (che resta invariata malgrado le tante perplessità emerse dalle simulazioni del centro studi della Camera).

Restano poi le questioni più spinose: il cosiddetto salva Lega, le candidature multiple e la questione della parità di genere. Nel primo caso la discussione sulla norma che "regalerebbe" seggi alle forze politiche che, pur non raggiungendo la soglia di sbarramento nazionale, otterranno una determinata quota in almeno 3 regioni, è stata temporaneamente accantonata. Le candidature multiple verranno permesse in un massimo di 8 collegi, ma probabilmente si continuerà a discuterne oggi. Mentre sulla questione di genere la partita è aperta e sembra possa concretizzarsi un fronte bipartisan quantomeno per mettere pressione al Governo. Ma sul punto resta la contrarietà (di massima…) sia di Renzi che di Berlusconi.

Questa mattina, all'avvio della discussione, molte deputate si sono presentate vestite di bianco, per protestare contro la chiusura del Governo ad accogliere la proposta sulla parità di genere nelle liste elettorali. Una protesta bipartisan.

Laura Ravetto, Gabriella Giammanco e Nunzia De Girolamo vestite di bianco
Laura Ravetto, Gabriella Giammanco e Nunzia De Girolamo vestite di bianco

Di tutt'altro parere invece Daniela Santanchè, che sostiene che l'intesa fra Renzi e Berlusconi vada difesa con le unghie: "È un patto siglato con il sangue, sarei delusa da Renzi se cedesse sulla questione".

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