Il genero del cacciatore: “Anche le chiacchiere di paese sono state vagliate dagli inquirenti”
Le indagini sul caso Loris Stival continuano senza sosta: gli inquirenti sarebbero alla ricerca di un complice che potrebbe aver aiutato Veronica Panarello ad uccidere oppure ad occultare il cadavere di suo figlio. La Panarello, che è accusata di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere, è rinchiusa nel carcere di Agrigento: il processo non è ancora cominciato ma il Tribunale del Riesame di Catania ha confermato la custodia cautelare in carcere. Una mamma che non ha potuto prendere parte al funerale del figlio, una mamma che continua a dichiararsi innocente ma che avrebbe mentito nei racconti fatti agli inquirenti: gli orari e i percorsi non coinciderebbero e allo stato attuale ci sarebbero alcuni punti non del tutto chiari. Veronica Panarello ha accompagnato Loris a scuola quella maledetta mattina del 29 Novembre? Una telecamera riprenderebbe una sagoma, compatibile con quella di Loris, rientrare a casa: Francesco Villardita, però, non è affatto d'accordo e ha smontato, punto per punto, l'accusa. E se quella sagoma non fosse quella di Loris? E come mai il bimbo sarebbe sceso dalla macchina per rientrare da solo in casa? Aveva persino le chiavi? A trovare il corpo del piccolo Loris, invece, è stato Orazio Fidone, il cosiddetto "cacciatore", che alle 16.55 ha segnalato alle forze dell'ordine la presenza del cadavere: in molti in queste settimane si sono chiesti come fosse possibile che il cacciatore fosse andato direttamente lì, al Mulino Vecchio. Ha visto o sentito qualcosa? O si è trattato semplicemente di intuito? "Non è andato direttamente al Mulino, ma solo dopo diversi giri è arrivato lì" ha precisato il suo legale, Pietro Savà.
Il genero: "Il ritrovamento del cadavere è stato un trauma"
Di recente il cacciatore è stato protagonista di un litigio con Antonella Panarello che, nel corso di un'intervista a "Mattino Cinque", è stata interrotta dall'arrivo della macchina di Orazio Fidone il quale ha gridato: "Vattene a casa invece di buttare fango in giro, vattene a casa ad accudire i tuoi figli!". Ma la zia di Loris Stival non si è fermata qui: "Lei perché è venuto qua? Me lo dica lei […] Io sono qua perché deve venire fuori la verità. Pure se è stato lui o suo genero. Io gliele metto le mani al collo come gliel'hanno messe a mio nipote" ha sbottato. Dopo questa lite in tv si è fatta strada l'ipotesi di una presunta relazione extraconiugale della Panarello: voci di paese, indiscrezioni mai confermate e seccamente smentite dai diretti interessati. Noi di Fanpage.it abbiamo contattato il genero del cacciatore – cameraman di una testata giornalistica locale che è stata tra le prime a realizzare le riprese sul luogo del ritrovamento del corpo del piccolo Loris – che ha voluto replicare così: "Non ho nulla da dichiarare proprio perché sono estraneo ad ogni fatto o illazione. Posso ribadire, invece, che certe chiacchiere di paese sono state vagliate dagli inquirenti molto tempo addietro". "La mia famiglia, compreso mio suocero, ha già subito molte angherie. Il trauma del ritrovamento del bimbo ci ha sconvolti" ha aggiunto. "Le indagini, legittime, hanno anche accertato l'estraneità di mio suocero ma, ad oggi, a questo fatto è stata data poca rilevanza" ha concluso il genero del cacciatore che ha voluto smentire così, una volta per tutte, un suo presunto coinvolgimento nel caso Loris Stival.
Alibi di ferro per il cacciatore Orazio Fidone
Il genero del cacciatore (di cui questo giornale non ha mai fatto il nome nel rispetto della privacy, ndr) non è indagato e sembrerebbe che quella maledetta mattina del 29 Novembre 2014 si trovasse a lavoro. Un alibi di ferro come quello di Orazio Fidone che, invece, era al mercato con la moglie: "Lo stesso dichiarava che […], iniziando dal centro cittadino per spostarsi immediatamente verso la periferia, atteso che aveva notato in paese altri suoi concittadini impegnati nelle ricerche, si era subito diretto in direzione Punta Secca verso Punta Braccetto ove persistono dei canaloni per far defluire le acque e di essere stato spinto a fare ciò avendo ricordato di un incidente occorso in quella zona ad una persona. Aggiungeva che, essendo stato cacciatore, aveva battuto più volte quelle zone" scriveva la Procura di Ragusa. Dichiarazioni che sono state seguite da un'attività di riscontro acquisendo le testimonianze di alcuni membri delle loro famiglie; Fidone, tra l'altro, il 29 Novembre, si sarebbe recato, assieme alla moglie, al mercato settimanale di Vittoria : "Ciò veniva confermato dalle dichiarazioni e dalla relazione di servizio del Luogotenente […] il quale testimoniava di aver incontrato il Fidone e la consorte intorno alle ore 11 all'interno del predetto mercato rionale". A confermare la sua estraneità ai fatti anche altri due dati: l'acquisizione dei tabulati telefonici relativi all'utenza telefonica del Fidone e l'acquisizione del tracciato GPS "registrato dal sistema di localizzazione satellitare installato, ad uso assicurativo, sull'autovettura allo stesso in uso".