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Il dramma dell’ironman Roberto Zanda: lunedì gli verranno amputati i piedi e la mano destra

Lʼoperazione si è resa necessaria a seguito del congelamento degli arti avvenuto mentre ‘Massiccione’ partecipava a una maratona sui ghiacci del Canada dove le temperature precipitano anche a -50°-
A cura di Biagio Chiariello
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Purtroppo l’incubo per Roberto Zanda si è materializzato. Il runner sardo di 60 anni, ricoverato dal 19 febbraio all'ospedale Parini di Aosta a seguito del congelamento degli arti avvenuto mentre partecipava alla Yukon Artic Ultra, la maratona sui ghiacci del Canada dove le temperature precipitano anche a -50°, lunedì sarà sottoposto ad intervento chirurgico per l'amputazione dei piedi e della mano destra. Gli specialisti dell'ospedale di Aosta hanno cercato in tutto i modi di salvargli per salvare gli arti all'ultramaratoneta con sedute di camera iperbarica e interventi di vascolarizzazione, ma la situazione era fortemente compromesse. “Sarà un intervento lungo e delicato, ma Roberto è tranquillo”, ha riferito la compagna di Zanda, Giovanna Caria. “Mi sono attaccato agli affetti e alla fede. Ho fatto un patto con Dio”, aveva raccontato Zanda. “Amputatemi pure mani e piedi ma lasciami la vita, è stata la richiesta al divino creatore. "Tanto – ha spiegato l’atleta con le ultime energie rimaste – “non saranno quattro protesi il problema. Chi se ne frega. Ci sono atleti che continuano con quelle”. L'intervento è stato fissato per lunedì alle 10. "Sarà lungo e delicato, ma Roberto è tranquillo", ha riferito la compagna di Zanda.

C’è da dire che proprio oggi l’Officina Ortopedica Maria Adelaide si è detta disponibile a fornire a Zanda il sostegno necessario – attraverso tecnologia e competenze di cui dispone – per l’eventuale applicazione delle protesi. In particolare, la i-Limb, mano bionica capace di un’autonomia mai raggiunta dai precedenti prototipi. Per quanto riguarda la mano sinistra – ne sarà amputata una parte e alcune dita – l'intervento sarà eseguito in una fase successiva.
Già nei scorsi “Massiccione”, come viene affettuosamente chiamato, aveva fatto capire di essere pronto all’amputazione: “Siamo in procinto di mandare in pensione queste mani e questi piedi. Quanti chilometri hanno fatto questi piedi, quante cose hanno costruito queste mani. È arrivato il momento che le lasci andare per sostituirle con qualche cosa di più giovane, qualche cosa di bionico. Affronterò questa nuova battaglia con tranquillità, spero di tornare presto in Sardegna, ho voglia di abbracciare i miei amici e la mia terra”.

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