Il disegno di legge sugli ecoreati passa al Senato: c’è il delitto di disastro ambientale
Con 165 voti favorevoli, 49 contrari e 18 astensioni il Senato della Repubblica ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge 1345 in materia di delitti contro l’ambiente: per la conversione definitiva sarà necessario il voto della Camera dei deputati. Si tratta del cosiddetto disegno di legge sugli ecoreati, che è passato con il voto favorevole della maggioranza, di Sinistra Ecologia e Libertà e del Movimento 5 Stelle (mentre la Lega Nord si è astenuta e Forza Italia ha votato contro).
Nella nuova formulazione del testo (modificato in sede referente dalla Commissioni Giustizia e Ambiente, nonché da alcuni emendamenti approvati dall’Aula), si introducono nel codice penale quattro nuovi reati: il delitto di inquinamento ambientale; il delitto di disastro ambientale; il delitto di traffico ed abbandono di materiale di alta radioattività e il delitto di impedimento del controllo. Cambia poi anche la prescrizione, con i tempi che sono raddoppiati se in presenza di reati ambientali; infine si stabilisce che in caso di condanna o patteggiamento per reati ambientali sia prevista la confisca dei beni ed il ripristino dello stato precedente dei luoghi contaminati.
Gli emendamenti più rilevanti al testo sono riassunti da una scheda del Senato: “Sono stati approvati emendamenti all'articolo 1 che prevedono la reclusione da uno a quattro anni e la multa da 20.000 a 80.000 euro per omessa bonifica; che il corso della prescrizione sia sospeso, qualora il giudice, su richiesta dell'imputato, sospenda il procedimento; che la confisca non trovi applicazione quando l'imputato abbia provveduto alla messa in sicurezza; riguardanti l'aggravante ambientale, il ravvedimento operoso, la disciplina sanzionatoria degli illeciti amministrativi e penali in materia di tutela ambientale ed il trasporto e l'abbandono di rifiuti e materiale radioattivo”. Inoltre, con un emendamento del senatore Felice Casson (approvato con una maggioranza trasversale) è stata inserita anche l’aggravante ambientale, che determinerà un aumento delle pene per altre fattispecie di reati; via libera anche al reato di omessa bonifica, con un emendamento che sancisce che “chiunque, essendovi obbligato per legge, per ordine del giudice ovvero di un autorità pubblica, non provvede alla bonifica, al ripristino o al recupero dello stato dei luoghi è punito, con la pena della reclusione da uno a quattro anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro”. Governo battuto, infine, su un emendamento, proposto dal Gal, che introduce il divieto di esplosioni in mare per attività di ricerca e ispezione dei fondali.