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Il discorso di Berlusconi a TG unificati divide la maggioranza, l’AGcom si riunisce lunedì

Il monologo di Silvio Berlusconi nei cinque principali telegiornali italiani ha violato la par condicio e esasperato il clima all’interno della maggioranza. Critiche dal presidente Rai, Paolo Garimberti, e da un furente Giuliano Ferrara. L’AGcom si riunisce lunedì per dicutere di probabili sanzioni ai Tg.
A cura di Alessio Viscardi
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Popolo della Libertà

Dopo le cinque interviste di Silvio Berlusconi ai principali Tg sul ballottaggio del prossimo 29 e 30 maggio, la maggioranza si divide e anche le storiche penne alleate, come quella di Giuliano Ferrara, criticano pesantemente l'occupazione militare televisiva del presidente del Consiglio. Negli innumerevoli minuti di monologo che Tg1, Tg2, Tg4, Tg5 e Studio Aperto hanno concesso al premier, Berlusconi ha rimarcato i temi caldi della campagna elettorale: la sinistra e la magistratura sono in mano agli estremisti e il Popolo della Libertà risulta il partito più votato dagli italiani. Ma il presidente della Rai, Paolo Garimberti, è insorto contro la sovraesposizione mediatica del primo ministro, che è costata una salatissima multa al Tg1 durante la campagna elettorale.

Secondo Garimberti, è dovere del servizio pubblico fornire un'informazione quanto più imparziale possibile e non piegarsi ai comizi politici dei singoli, senza possibilità di contraddittorio. Un vero boomerang per il Presidente del Consiglio, anche dal punto di vista dell'Auditel: tutti i telegiornali hanno perso ascoltatori durante il discorso di Berlusconi. L'AGcom discuterà il caso lunedì e potrebbero esserci sanzioni in arrivo.

L'affondo più violento è quello di Giuliano Ferrara, che qualche mese fa aveva dato vita a una pittoresca manifestazione reazionaria rispetto a quella del Palasharp di Umberto Eco e Roberto Saviano in difesa della Costituzione: mutandoni erano stati esposti sul palco in solidarietà della privacy del premier, libero di avere rapporti sessuali con chiunque nella sua vita privata. Oggi, però, l'Elefantino è furente: definisce “incendio ideologico” la campagna elettorale di Milano, in vista del ballottaggio tra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia – che dopo essere stato accusato dal sindaco di Milano di aver rubato un'auto per il pestaggio di un giovane, ha sventato ieri il furto di un veicolo. Repentina la replica dello staff della Moratti, che oggi accusa i sostenitori di Pisapia di aver brutalmente malmenato l'anziana madre dell'attuale assessore allo Sport.

Di questo clima violento, Giuliano Ferrara dà tutta la colpa a Silvio Berlusconi: “Ho passato un bel pezzo della mia vita a difen­dere come potevo e sa­pevo Berlusconi” esordisce l'Elefantino, “Vorrei continuare la corsa, ma se la strada è quella dell’invadenza arrogante a reti unificate, del monologo che umilia gli interlocutori e gli elet­tori, del semplicismo e del ba­by talk arrangiato, sciatto, po­veramente regressivo, mi man­ca il fiato”.

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