Il direttore del Tg1 lo sceglieranno i partiti: e poi Grillo avrebbe torto?
Un post di ieri sull'Huffington Italia, apre una questione interessante rispetto al prossimo avvicendamento alla guida del Tg1, che si verificherà a stretto giro, ovvero a dicembre. L'ipotesi più probabile, secondo l'editoriale di Alessandro De Angelis, è che a sostituire l'attuale Alberto Maccari potrebbe essere con tutta probabilità Monica Maggioni, una scelta interna che contribuirebbe a contenere i costi e dare una certa continuità all'attuale composizione della compagine. Si tiene a precisare che l'ipotesi Maggioni non sarebbe da disdegnare, a fronte dell'operato della giornalista, impegnata con vivo interesse su diversi fronti di inchiesta, nonché particolarmente sensibile ad una questione come quella camorristica, essendosi impegnata ad esempio, l'anno scorso, a dedicare uno speciale in occasione della messa in onda del film Fortapàsc, sulla vita di Giancarlo Siani.
Si guardava anche a come si comporterebbero i partiti in relazione a motivazione di questa ed altre decisioni, lascia il fianco scoperto ad una questione di respiro più ampio. Illustra la situazione in maniera lucida e dettagliata attribuendo attendibilità all'ipotesi Maggioni, molto più che una suggestione, visto che sarebbe ben accetta dai vertici di Viale Mazzini ed anche dal Pdl. Parla di un Pd al momento fuori dai giochi, rinunciatario a rendere evidente la propria impronta nell'ennesima spartizione che giungerà a breve termine, ma che comunque non potrà tirarsi indietro quando vedrà i concorrenti andare a ritirare il proprio bottino. In buona sintesi, la scelta del direttore del Tg1, così come degli altri tg di rete e del direttore dell'ammiraglia, sarà un gioco esclusivamente appannaggio dei partiti, senza che l'editore possa vantare alcun potere d'autonomia decisionale. Anche perché l'editore autonomo non è.
Lo spunto serve solo per fare luce sull'assurdità, sottaciuta, di questo sistema. Ricordare la volta ennesima i curricula dei candidati alla direzione di rete, alla presidenza, alla guida dei tg (come la candidatura inascoltata di Wolfgang Achtner) che sono sempre pervenuti e idealmente cestinati, sulla ricorrenza, alla quale non si fa più caso, di decisioni prese dalle dirigenze che ben poco hanno a che fare con un semplice concetto che si chiama meritocrazia. Che è poi una dinamica così maligna da esser capace di macchiare persino delle scelte giuste, così come potrebbe sembrare quella di Monica Maggioni alla direzione del Tg1. A fronte di tutto questo, in Rai, hanno ancora il coraggio di biasimare Grillo che dice di non volerci avere nulla a che fare?