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Il dipendente pubblico che commette una molestia sessuale sarà licenziato

La bozza del provvedimento di riforma del ministro Madia prevede pene più severe per i dipendenti pubblici che commettono molestie a sfondo sessuale, fino al licenziamento in caso di condotta grave.
A cura di Redazione
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Una norma che sarà inserita nel nuovo contratto dei dipendenti statali prevede durissime sanzioni nei confronti di chi sarà coinvolto in casi di molestie sessuali. Stando a quanto riportato da TgCom, infatti, nella prima bozza di contratto, che sarà sottoposta ai sindacati e successivamente dovrà essere convertita in provvedimento dal ministero della Pubblica Amministrazione, si rafforzerebbero le sanzioni (e anche le tutele nei confronti delle vittime) verso quei lavoratori che fossero colpevoli di molestie sessuali.

Si legge sul sito di TgCom24: "La conseguenza immediata è la sospensione, fino a un massimo di sei mesi. Se però il comportamento si ripete nell'arco del biennio, scatta il licenziamento, messo in atto anche se la molestia è particolarmente grave". La scelta sarebbe stata caldeggiata in particolar modo dal ministro Madia, anche se resta da capire in che modo sarà calibrato il "giudizio" dei dirigenti (se cioè si tratterà di attendere il procedimento penale o se potranno essere adottate delle sospensioni in via cautelare, nel caso di vicende dai contorni poco chiari).

Nel nuovo contratto, come spiega Ansa, troveranno posto altre misure sanzionatorie nei confronti dei dipendenti:

"Si applica" il licenziamento anche per lo statale che accetta o chiede, per sé o per altri, regali o altre utilità non di modico valore, al di sopra dei 150 euro, come contropartita per essersi adoperati, nell'ambito del proprio ufficio, a vantaggio diretto di chi fa il dono. Un capitolo della bozza di contratto è dedicato al codice disciplinare che recepisce il regolamento sulla condotta del 2013 chiarendo nei casi di scambio di favori non sia solo possibile (lo è già) ma è esplicitamente prevista l'espulsione.

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