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Elezioni politiche 2018

Il contratto con gli italiani di Di Maio: “I politici si dimezzino lo stipendio”

Luigi Di Maio propone una sorta di contratto con gli italiani con cui il M5s invita tutti gli altri partiti a sottoscrivere un atto in cui affermano di essere pronti a votare una legge per dimezzare lo stipendio dei parlamentari. Il primo esempio di una serie di proposte su cui il MoVimento vuole far convergere gli altri partiti per governare.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo il nuovo contratto con gli italiani firmato ieri sera da Silvio Berlusconi, oggi tocca a Luigi Di Maio, capo politico del MoVimento 5 Stelle, sottoscrivere una sorta di patto non solo con gli elettori ma anche con gli altri partiti. O, almeno, una intenzione di un patto sul dimezzamento dello stipendio dei parlamentari che il M5s vuole rendere obbligatorio per legge nella prossima legislatura: “Oggi propongo il primo di una serie di temi per una convergenza di governo – dice aprendo anche a possibili coalizioni di governo in futuro -: tutti i partiti firmino adesso questo atto in cui si impegnano a votare la proposta di legge che dimezza lo stipendio dei parlamentari e introduce la rendicontazione puntuale dei rimborsi spesa”.

La premessa di Di Maio parte dal caso rimborsopoli con il quale è comunque emerso che i parlamentari pentastellati hanno versato oltre 23 milioni di euro al fondo del Microcredito”. “Abbiamo dimostrato – argomenta il capo politico del M5s – che un parlamentare italiano può vivere più che dignitosamente dimezzandosi lo stipendio come abbiamo fatto noi. Siamo l'unico esempio di spending review della politica. I partiti si pappano il doppio dello stipendio e si intascano tutti i rimborsi senza rendicontare niente a nessuno”.

In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo – aggiunge ancora Di Maio – è osceno che un rappresentante del popolo si porti a casa, senza considerare i doppi stipendi (come quello che ho rifiutato io da vicepresidente della Camera), tra i 14.000 e i 15.000 euro tra indennità e rimborsi forfettari e non debba rendere conto di come spende i nostri soldi. Non tanto perché chi lavora bene non debba essere pagato il giusto, ma per una questione di proporzione: lo stipendio medio italiano è 1.500 euro, i parlamentari per legge se ne danno dieci volte tanto e senza che debbano rendere conto al proprio datore di lavoro – cioè i cittadini – di quello che fanno e senza che nessuno possa licenziarli per giusta causa”.

Il capo politico del M5s parla di un “sistema privilegiato che si autodifendono e sono talmente ipocriti che dicono che lottano contro gli sprechi della politica. Loro stessi sono uno spreco della politica! Circa 120 parlamentari del MoVimento hanno fruttato un risparmio di 23 milioni di euro alle casse dello Stato, se lo stesso trattamento fosse applicato a tutti e 945 i parlamentari si otterrebbe un risparmio secco di circa 200 milioni di euro”.

Di Maio afferma nuovamente che rimborsopoli sarà un boomerang per gli altri partiti e che il MoVimento potrebbe avere la maggioranza assoluta grazie a questo “spot che ci stanno facendo”. Ma se così non fosse – ribadisce – “la sera delle elezioni faremo un appello pubblico a tutti i gruppi parlamentari chiedendo loro di convergere sui temi”.

Di Maio spiega il primo di una serie di temi per una convergenza di governo invitando tutti i partiti a sottoscriverlo, pubblicando anche un atto da compilare e firmare. Il capo politico del MoVimento si appella quindi ai principali esponenti degli altri partiti: “Chiedo a tutti i leader Bonino, Grasso, Salvini, Renzi, Berlusconi, Meloni, Lorenzin di firmare immediatamente questo atto d'impegno davanti ai cittadini. Chiedo a voi tutti, cittadini di andare nelle loro bacheche Facebook e di linkargli questo video con la richiesta di firmare immediatamente e di utilizzare l'hashtag #ConvergiSulDimezzamento su Twitter affinché nessuno possa dire di non averlo visto”.

Di Maio annuncia che nei prossimi giorni verranno proposti altri esempi di convergenza che “il nostro governo promuoverà nel pieno interesse dei cittadini”. “Io – conclude – sono convinto che il voto del 4 marzo parlerà molto chiaro e che il governo del MoVimento 5 Stelle è l'unico possibile per non far ripiombare il Paese nel caos o in un desolante déjà vu come quello del traditore della Patria Berlusconi, ormai senza più idee. Quel Berlusconi che ieri ha rifirmato l'ennesimo contratto truffa con gli italiani da Vespa e quindi sappiamo già come andrà a finire”.

L'appello su Twitter a tutti i leader

Di Maio ha poi rilanciato su Twitter il post pubblicato sul blog delle Stelle taggando, ognuno in un singolo post, i vari leader di partito elencati precedentemente. Un vero e proprio appello lanciato con l'hashtag #convergisuldimezzamento e spiegando: "Firma l'atto di impegno per votare la proposta di legge che dimezza lo stipendio dei parlamentari e introduce la rendicontazione puntuale dei rimborsi spesa".

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