Il Cdm approva il ddl-anticorruzione: arrivano il daspo a vita per i condannati oltre i due anni e l’agente sotto copertura
Il consiglio dei ministri ha approvato il ddl anticorruzione e nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il governo Conte ha ufficialmente presentato il ddl per il contrasto alla corruzione. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il vicepremier Luigi Di Maio hanno dunque illustrato i punti qualificanti della proposta. Due in particolare sono i punti principali: l'introduzione del Daspo a vita per i corrotti e dell'agente sotto copertura nella Pubblica amministrazione. "Da oggi chi sbaglia, paga", ha dichiarato il Guardasigilli in conferenza stampa.
"Se una persona è condannata in via definitiva per corruzione non avrà più la possibilità di stipulare contratti con la Pubblica amministrazione. Per condanne fino a due anni, il Daspo può durare da 5 a 7 anni. Quando invece la condanna è superiore a 2 anni il Daspo è a vita, scritto nero su bianco. Il mio messaggio è che da ora in poi non se la cava più nessuno", ha proseguito Bonafede. "Per quanto riguarda l'agente sotto copertura, sarà utilizzabile dall'Autorità giudiziaria anche per i reati di corruzione contro la pubblica amministrazione" , ha spiegato il ministro della Giustizia.
Oltre al Daspo a vita e all'agente sotto copertura, il ddl anti-corruzione prevede inoltre la nascita di un nuovo articolo del codice penale, il 323 ter, secondo il quale non sarà punibile chi permetterà agli inquirenti di venire a conoscenza di un reato contro la Pa e non è ancora indagato, a patto che non siano già passati sei mesi dalla commissione del reato e se “mette a disposizione” o indica dove recuperare i soldi.
Il ddl anticorruzione è uno dei provvedimenti "particolarmente significativi e qualificanti delle iniziative di governo, un provvedimento che si inquadra nell'ambito delle riforme strutturali che servono al Paese", ha spiegato il premier Giuseppe Conte. Con questo provvedimento, il governo punta a "restituire al nostro Paese competitività. L'Italia ha risorse culturali, economiche e sociali: bisogna cercare di realizzare le condizioni perchè queste potenzialità si sviluppino".