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Il caso della nonna pusher: Natale in carcere a 83 anni, nonostante i problemi di salute

La detenuta più anziana d’Italia trascorrerà le festività dietro le sbarre del carcere di Uta (Cagliari), nonostante le condizioni di salute precarie. Lo scorso settembre era stata sorpresa dai carabinieri mentre confezionava bustine di eroina e cocaina.
A cura di B. C.
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 Il prossimo 8 marzo compirà 83 anni. Lei è la detenuta più anziana d'Italia, e trascorrerà questo Natale dietro le sbarre. Di Stefania Malu avevamo già scritto tempo fa. Carriera cinquantennale alle spalle da pusher, lo scorso settembre era stata sorpresa nella sua abitazione nel quartiere San Michele, a Cagliari, mentre confezionava 200 dosi di cocaina ed eroina pronte per essere vendute (illegalmente). Era stata quindi arrestata detenzione di droga ai fini di spaccio, assieme al figlio non autosufficiente, poi deceduto. Ora nei confronti dell’anziana è stata respinta l'istanza che aveva presentato per ottenere gli arresti domiciliari. "Una scelta certamente meditata ma che in considerazione dell'età lascia perplessi". Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione ‘Socialismo Diritti Riforme’, avendo appreso che "la donna ha recentemente manifestato problemi respiratori e cardiologici".

"In particolare nelle ultime settimane, Stefanina Malu è apparsa – afferma Caligaris – depressa e confusa. Durante i colloqui con i volontari ha manifestato mancanza di memoria e una viva preoccupazione per la sua salute. Le sue condizioni sono costantemente monitorate dai Medici ma non lasciano indifferenti le Agenti della Polizia Penitenziaria che mostrano nei suoi riguardi una particolare attenzione".

La vecchina vanta un lungo ‘curriculum’ da spacciatrice. Stefanina aveva ottenuto nel 2009 il rinvio della pena per poi essere traferita in carcere nel 2012, quando le sue condizioni di salute erano migliorate. La anziana aveva poi ottenuto i domiciliari per poter stare vicina al figlio non autosufficiente, ma a settembre era di nuova finita dietro le sbarre, dopo essere stata sorpresa mentre cercava di liberarsi, lanciandole dal balcone di casa, di numerose dosi di droga pronte per essere immesse sul mercato. "Si tratta di una persona con una storia personale e familiare non certo esemplare ma vederla in una cella della Casa Circondariale in condizioni di sofferenza – conclude la presidente di SDR – non può lasciare indifferenti, anche perché l'età avanzata e la depressione senile limitano le attività trattamentali e di recupero sociale. Forse un ricovero in una Residenza Sanitaria potrebbe ridurre i disagi consentendo all'anziana donna una condizione più idonea ai suoi problemi e più dignitosa".

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