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Il caso dei TFA: aspiranti filosofi (e non solo) “ignoranti” o test sbagliati?

Il test a risposta multipla che dovrebbe concludersi con l’abilitazione all’insegnamento in filosofia e psicologia si è trasformato in un vero e proprio massacro: solo 144 ammessi su 588 posti disponibili. “Domande troppo difficili”, insorgono gli aspiranti prof. Ma i problemi sono altri.
A cura di Biagio Chiariello
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tfa 2012

Diventare insegnante in Italia non è mai stato semplice. Non lo era ai tempi (fortunatamente brevi) della Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario, non lo è oggi col Tirocinio Formativo Attivo. A guardare i risultati delle prove preliminari del concorso introdotto dal Governo Monti che si conclude con l’abilitazione all’insegnamento, viene, infatti, da pensare al ritornello di una canzone di Gianni Morandi: "Uno su mille ce la fa". Basti pensare ai dati relativi agli aspiranti professori di filosofia e psicologia: in ben otto università non c’è stata alcuna ammissione alla prova scritta. E, come detto, siamo all'inizio, dal momento che dopo questo primo ostacolo (si tratta di un test a crocette con 60 domande e, per passare, bisogna raggiungere la quota matematica dei 21/30), ce ne saranno altre tre (prova scritta e orale).

Sulla carta doveva essere una “prima scrematura", insomma. Ma, nella realtà, la prova preliminare per la Classe A036 (insegnamento di filosofia, psicologia, e scienze dell’educazione) si è trasformata in una vero e proprio ecatombe. A Milano, Sassari, la Lumsa (Roma), Urbino, Cassino, Cagliari, Univ. della Calabria  e Trento non è stato promosso neppure un solo candidato. E' andata meglio, ma è un eufemismo, in realtà come Firenze dove passano in 6 su 187, Padova 8 su 148 e Torino 9 su 112. In totale, nella Classe A036, su 588 posti disponibili solo in 141 hanno superato il primo test.
Coi risultati apparentemente sorprendenti sono arrivate naturalmente anche le polemiche. In molti si sono lamentati su Forum e social network per la estrema difficoltà delle domande. Come scrive il Corriere della Sera, un lettore di Modena, riferendosi ad uno dei quesiti più contestati, ha scritto al popolare sito Orizzonte Scuola: «Chi è Amafinio? Non voglio emulare Don Abbondio con il suo proverbiale "Carneade, chi era costui?", ma, santo cielo, è possibile che sulla bibbia degli studi filosofici delle Università italiane, la Storia della Filosofia di Nicola Abbagnano, 4000 pagine di autori e opere, non sia mai citato?». Per farla breve, le probabilità di un ricorso di massa sono piuttosto alte.

Classe di concorso A036, filosofia, psicologia, e scienze dell’educazione
Classe di concorso A036, filosofia, psicologia, e scienze dell’educazione

Ma al di là delle proteste degli aspiranti prof, ci sono anche altri problemi che vanno presi in considerazione. Guardando alla già famigerata lista degli ammessi in filosofia, oltre agli zero delle otto sedi citate, spiccano le cifre molto basse riguardanti il numero degli ammessi (tra 1 e 2) di realtà come Catania, Parma, Perugia, Pavia, Modena, Foggia, L'Aquila e diverse altre. Come procedere in casi come questi? Fare la prova scritta per una sola persona e quindi anche quella orale? O magari accorpare più sedi vicine (ad esempio Modena e Parma), per poi procedere alle ulteriori selezioni? In realtà, forse è troppo tardi per pensare ad una soluzione simile. E a ben vedere il problema è pure un altro: in tutte le sedi gli ammessi per le cattedra di filosofia, psicologia e scienze dell'educazione sono già meno dei posti disponibili. Unica eccezione è Palermo dove al momento i candidati sono 21, mentre i prof. richiesti sono 20. E la situazione non è migliore anche per le altre università, come fa notare Linkiesta: per Matematica succede a Napoli, con solo 33 ammessi per 60 posti, o a Milano Bicocca, con 48 ammessi per 65 posti. Per Arabo, alla Sapienza di Roma solo in 35 hanno passato il test a fronte di 40 posti a disposizione.

Cosa è successo dunque? Sono i candidati di tutte queste discipline degli ignoranti, oppure sono state scelte in maniera erronea le domande? Va detto che queste prove – eguali su tutto il territorio nazionale – sono gestite centralmente dal Miur col supporto del Cineca. Insomma, non si tratta propriamente di professori, ma piuttosto di tecnici. Ma oramai quel che fatto è fatto. Ora si attende la presa di posizione sui fatti da parte del Ministro dell'Istruzione, Profumo, che di mestiere, ricordiamo, faceva il rettore. Nell'attesa diamo la risposta al quesito su Amafinio: “Fu il primo a redigere un trattato filosofico in latino, sostenendo idee epicuree”.

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