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Terremoto in Emilia del 20 maggio 2012

I soldi per il terremoto in Emilia? 9 miliardi sulla carta, zero in tasca

A quattro mesi dalle scosse che hanno devastato l’Emilia, la ricostruzione è ferma. Tra nuove leggi e intralci burocratici i soldi messi a disposizione dal governo sono ancora bloccati. E gli sfollati sono sempre lì che aspettano.
A cura di Biagio Chiariello
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Terremoto in Emilia del 20 maggio 2012

Pensando al terremoto dello maggio scorso in Emilia, sono ancora vivide nella nostra mente le immagini delle case diroccate, degli sfollati nelle tendopoli, delle chiese e dei capannoni crollati. Ebbene, a distanza di quattro mesi è ancora questo lo scenario che ci si trova di fronte nella regione martoriata dal sisma. E non poteva essere altrimenti, visto che dei 9 miliardi stanziati da governo e Unione europea per la ricostruzione nessuno ha visto un solo euro, come scrive oggi Giusi Fasano sul Corriere della Sera:

Da Cavezzo a Concordia, da Medolla a Finale Emilia, da Camposanto a Cento, la necessità del momento è dare una casa chi vive ancora nelle tende o nelle roulotte prima che arrivi l’inverno. Oppure pagare il promesso contributo per la sistemazione autonoma a chi si è organizzato per conto proprio e ha trovato casa in affitto o si fa ospitare da amici e parenti. Il fatto è che nessuno ha avuto ancora un solo centesimo".

Nei giorni dopo la prima scossa, datata 20 maggio 2012 furono messi in campo aiuti per 50 milioni, cifra che nella supposizioni iniziali doveva coprire i primi due mesi. E cioè tutta la durata dell'emergenza terremoto. Il fatto è che quei soldi gestiti dalla Protezione Civile sono finiti troppo presto, addirittura venti giorni prima della scadenza prefissata. La gestione dei fondi è poi passata alle Regioni coinvolte, così come prevede la nuova legge messa a punto dopo lo scandalo della cricca della Protezione Civile (sulla base dei danni subiti: all'Emilia oltre il 90%, alla Lombardia il 4-8%, per il Veneto l'15%). Così il governo ha stanziato fondi in due tranche. Della prima da 2,5 miliardi, al momento risultano stanziati 500 milioni di euro (finanziata dalle accise sulla benzina). La seconda (6 mld) è arrivata subito dopo la seconda scossa, datata 29 maggio, ed è legge da luglio. Per fare in modi che i soldi finissero ai terremotati in maniera rapida e concreta, si è adottato un meccanismo più snello. Ma quei soldi ancora non ci sono. Non bisogna poi dimenticare  i 670 milioni annunciati dall'UE (dovrebbero arrivare a gennaio, dovrebbero..) e i 4 milioni raccolti da Italia Loves Emilia.

L'Emilia che produce l'1,8 % del Pil nazionale, che da' lavoro a 70mila persone nel solo campo della meccanica (20mila nel settore tessile, 10mila in quello alimentare e 4 mila ai lavoratori nel campo della ceramica), che ha uno dei distretti biomedicale migliori d'Europa e un patrimonio artistico/culturale che riuscirebbe a rappresentare da solo l'Italia nel mondo, è imbrigliata nelle maglie della burocrazia.

 E poi ci sono altri, pesantissimi numeri da non trascurare, come scrive il Corsera:

Nelle tendopoli il freddo si fa già sentire, soprattutto di notte. Nei dodici Comuni terremotati dell’Emilia ci sono ancora tendopoli aperte per 3.061 sfollati. Altri 88 sono ospiti in un residence e 1.467 vivono in alberghi. Le persone che aspettano il contributo per la sistemazione autonoma programmato dalla Protezione civile sono 39.327.

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