I rimborsi elettorali ai terremotati? Una promessa che rischia di rimanere tale
Destinare i soldi dei rimborsi elettorali ai terremotati dell'Emilia e de L'Aquila è niente più che un sogno? A guardare la piega che sta prendendo il provvedimento, all'esame della Commissione affari costituzionali del Senato, forse sì. Non riesce proprio a non far parlare di sé la Casta. E così, dopo aver sbandierato alla piazza il dimezzamento dei finanziamenti pubblici con tanto di elogio della società civile, i partiti politici rischiano di finire di nuovo al centro della bufera per questa mancata misura che, peraltro, aveva ricevuto il beneplacito di ogni formazione parlamentare da sinistra a destra. Dal Pd al Pdl, tutti uniti nel voler destinare la seconda tranche di contributi pubblici agli sfollati del sisma emiliano dello scorso maggio, ma anche a quelli abruzzesi del terremoto del 2009.
Il sogno rischia di rimanere tale, dato il poco tempo a disposizione del Parlamento per modificare la legge in vigore. Mancano infatti solo tre giorni al 30 giugno, termine ultimo per approvare il provvedimento che vedrebbe finire i 91 milioni di euro della seconda tranche di rimborsi elettorali ai terremotati. Se così non fosse i soldi andrebbero a rimpinguare le casse dei partiti. L'unico modo per sbloccare questa situazione di stallo è l’adozione di un decreto legge che il Governo dovrebbe varare in Consiglio dei Ministri. Ecco perché la Commissione affari costituzionali del Senato, a nome del Presidente Carlo Vizzini, ha chiesto aiuto a Monti per rimediare a quanto non è stato fatto in più di un mese da Palazzo Madama.
Ma c'è chi non è stato a guardare. Avaaz, il gruppo "specializzato" in mobilitazioni online, si è fatto portavoce della petizione con la quale invita ad «aggiungere il tuo nome per chiedergli di dirottare i 91 milioni di euro alle vittime del terremoto». L'obiettivo è raggiungere 40mila firme, così che la senatrice dei radicali Donatella Poretti, firmataria della lettera insieme Marco Perduca, possa leggere il documento in Parlamento. Nel momento in cui scriviamo, sono poco più di 38mila.
Questi i motivi che hanno portato a ritardare l'approvazione del provvedimento, secondo Avaaz.org:
I partiti hanno promesso di destinare i 91 milioni di euro della prossima tranche di finanziamento pubblico alla ricostruzione in Emilia e a L'Aquila, ma per far sì che questi fondi vadano alle vittime del terremoto devono adottare una legge entro il 1° luglio, giorno in cui riceveranno i soldi» ma poi «hanno deliberatamente perso tempo in Parlamento così da affossare la legge e intascarsi i milioni di euro. Alcuni senatori si sono rivolti a Monti per chiedere di adottare una legge d'emergenza per fermare questa presa in giro, e un appello accorato da tutti gli italiani potrebbe convincerlo a farlo».