I profughi siriani scampati alla guerra raccontano le loro storie (VIDEO)
La drammatica situazione che sta vivendo la Siria, nel mezzo di una guerra civile iniziata nel mese di marzo dello scorso anno e che conta ormai 20mila vittime, viene raccontata anche dai volti e dalle voci di quanti, negli ultimi tempi, hanno abbandonato il loro Paese pur di scappare da questa guerra. Sono quei profughi che hanno trovato riparo in Giordania, circa 140mila dall’inizio della rivolta, che vivono di stenti e difficoltà nei campi allestiti al confine con il Paese di Assad. L’ultimo di questi campi profughi aperti è quello di Al zaatri, è qui che alcuni siriani hanno trovato riparo: per cercare del cibo c’è bisogno di fare lunghe camminate, per dissetarsi hanno a disposizione solo un acquedotto rudimentale. Ma c’è solo questo e niente altro, i residenti lamentano infatti la mancanza di altre necessità di base. E mentre provano a sopravvivere sono gli stessi profughi a raccontare ciò che hanno lasciato in Siria.
“Ci bombardavano tutte le notti” – Ci sono i bambini, ragazzini scappati via insieme alle loro famiglie ma spesso arrivati da soli in Giordania, mentre le bombe distruggevano parte dei loro affetti. C’è la storia di Amani, una 13enne che ha perso la madre e che ha raccontato come Daraa venisse bombardata tutte le notti. La sua storia si intreccia con quella degli altri tra le tende del campo profughi della Giordania: in comune c’è il racconto del dolore e della morte. L’Onu prevede che questi profughi, già in condizioni critiche, presto saranno raggiunti da molti altri rifugiati, almeno 100mila, secondo le ultime stime, dovranno arrivare in Giordania. Lo confermano gli stessi profughi, convinti che i loro numeri siano destinati ad aumentare visto il livello di violenza nella loro Siria. Per accoglierli tutti ci sarà bisogno di molto lavoro, l’Onu per primo ha promesso che le loro condizioni di vita saranno migliorate.