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Attentato di Tunisi, ora i pm confermano: “Touil era in Italia il giorno della strage”

La Procura di Milano ha deciso di approfondire le indagini sul 22enne accusato dalle autorità tunisine di essere coinvolto all’attentato al Museo del Bardo di Tunisi. E i pm confermano: era in Italia quel giorno.
A cura di Antonio Palma
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AGGIORNAMENTO – Fonti della procura milanese confermano: Touil era in Italia il giorno della strage. Crollano, insomma, le accuse contro il giovane marocchino che era stato accusato di aver preso parte all'attentato del museo del Bardo a Tunisi.

Dopo l'arresto in Italia di Abdel Majid Touil con l'accusa di aver partecipato in maniera indiretta all'attentato al Museo del Bardo di Tunisi lo scorso 18 marzo dove persero la vita 24 persone tra cui 4 italiani, di ora in ora sorgono sempre più dubbi sul reale ruolo del ragazzo nella strage. Gli stessi Pm meneghini che ne hanno autorizzato l'arresto da parte di Digos e Ros precisano che ora sono in corso accertamenti sulla sua posizione in merito alle accuse arrivate dalla Tunisia. Abdel Majid Touil infatti era destinatario di un mandato di cattura internazionale emanato dalle autorità tunisine che lo accusano di omicidio, sequestro, sovversione e di organizzazione di campi di addestramento. Il problema però è che, a parte i capi di accusa, nella documentazione che le autorità nordafricane hanno inviato non vi sarebbero le "descrizioni delle condotte" avute dall'uomo, quindi in pratica non si sa cosa esattamente avrebbe fatto il 22enne per favorire gli stragisti dell'attentato del Bardo.

Il ragazzo ovviamente si proclama innocente ed estraneo alle accuse che gli sono state rivolte. Da considerare inoltre che l'intera famiglia in Italia e i conoscenti insistono sul fatto che fosse in Italia nel giorno della strage e nell'intero periodo precedente e successivo all'attentato. Dopo le dichiarazioni della madre, del fratello e della cognata, in effetti la Procura di Milano vuole vederci chiaro e ha dato mandato di acquisire altre prove. Per questo ieri i carabinieri si sono presentati alla scuola Cuciniello, a Trezzano sul Naviglio, sede del centro provinciale istruzione adulti, dove il 22enne frequentava un corso di alfabetizzazione in italiano. Dalla scuola infatti garantiscono che il ragazzo frequentava regolarmente le lezioni nei giorni dell'attentato, ma solo dopo alcuni servizi dei media gli inquirenti hanno deciso di approfondire.

Per le autorità tunisine Abdel Majid Touil proprio il giorno dell'attentato avrebbe incontrato i due terroristi in place Pasteur. Lo rivelano i media tunisini che riportano indiscrezioni dell'inchiesta. Secondo i giornali, il 22enne si sarebbe visto con i due poi uccisi dalle forze speciali al museo del bardo e con loro si sarebbe poi diretto verso il luogo dell'attentato. Sempre secondo indiscrezioni riportate dai media tunisini, il ragazzo avrebbe preso parte alla seconda riunione della cellula terroristica responsabile dell'attacco, avvenuta l'11 marzo, durante la quale sono stati definiti i ruoli.

A ripercorre in parte la vicenda che ha portato all'arresto di Touil è stato questa mattina il Ministro dell'Interno Angelino Alfano durante l'informativa alla Camera. Secondo il Ministro il 22enne "non era considerato pericoloso o a rischio di terrorismo né dalla polizia tunisina né da quella italiana" quando è sbarcato sule nostre coste e per questo le autorità italiane hanno seguito le normali procedure che pure prevedono il foto segnalamento e il rilievo delle impronte digitali. "Solo dopo la strage del Bardo, Touil assume il profilo di terrorista" ha sottolineato Alfano, aggiungendo: "Sia Aisi sia Aise ne inseriscono il nome tra i sospettati mentre il tribunale tunisino emette mandato di arresto internazionale"

Ora gli inquirenti lavoreranno anche sul contenuto delle due pen drive, del cellulare e del sim sequestrate nel corso della perquisizione domiciliare e che potrebbero rappresentare un ulteriore spunto di approfondimento. Si tratta di una approfondimento delicato visto che il ragazzo è accusato di reati per i quali in Tunisia vige la pena di morte. La prima udienza di conferma dell'arresto si terrà venerdì 22 maggio davanti ai giudici della quinta sezione penale della Corte d'Appello. In quella sede il 22ene si potrà opporre all'estradizione che sarà poi decisa dai giudici che trasmetteranno gli atti al Ministero della Giustizia che ha poi l'ultima parola sulla sua attuazione.

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