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I malati di Sla vincono la loro battaglia: 100% di fondi in più per l’assistenza

Il governo si è impegnato a trovare altri 350 milioni di euro per i malati: fondi che, fino a qualche giorno fa, sembravano non esserci. “La lotta paga”, commentano i disabili.
A cura di Davide Falcioni
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I malati di Sla hanno vinto la loro battaglia. Dopo settimane di proteste e sit in a Roma, e dopo essere arrivati a minacciare di staccarsi i respiratori, il premier Enrico Letta ha promesso che presenterà un emendamento alla legge di stabilità per il "ripristino completo delle somme legate ai capitoli della non autosufficienza" comprese quelle per chi è affetto da Sclerosi laterale amiotrofica, "rispetto alle giustificate proteste che ci sono state". La cifra messa a disposizione lo scorso anno è di 275milioni di euro, ma l'obiettivo del Comitato 16 novembre è quello di raddoppiare il fondo, dedicando un'altra parte cospicua per i malati gravissimi. Spiega Mariangela Lamanna, vicepresidente del Comitato, che si dovrebbe arrivare complessivamente a 350milioni di euro: "Non è tutto quello che avevamo chiesto e ancora non basta ma è un passo in avanti", ha commentato la donna , spiegando che così "si permetterà di aiutare e sostenere tanti malati e le loro famiglie".

"Un disabile come me – spiegava la presidente del Comitato 16 novembre Laura Flamini – dovrebbe pagare minimo due badanti, che vengono a costare 44.000 euro all'anno. Non è sostenibile. Se la persona non ha una pensione da lavoro, potrà contare solo su quella di invalidità di 270 euro e su 495 euro di accompagnamento. Con 750 euro al mese cosa può fare? O imprigiona un familiare, un coniuge, un figlio o un genitore che sia in casa per assisterlo giorno e notte, magari licenziandosi se lavorava, oppure entra in una struttura Rsa, una residenza sanitaria assistita. Ma in questo caso muore rapidamante, perché queste strutture non possono assicurare quella vigilanza continua. Il costo per una persona malata non autosufficiente in Rsa per lo Stato è molto alto, parliamo di 80-90mila euro l'anno. Molto più di quanto si spenderebbe per l'assistenza a casa. Una soluzione che funziona da anni in Sardegna, con notevole risparmio. Da due anni chiediamo che venga preso in considerazione nel resto d'Italia".

La situazione si è sbloccata ieri, dopo una protesta durissima che aveva portato alcuni malati a staccarsi i respiratori. E' seguito un incontro con il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, che si occupa fin dall'inizio della vicenda, e il presidente della Bilancio, Antonio Azzollini, che si sono impegnati a trovare i fondi. Indicativo il commento di uno dei malati sulla pagina facebook del Comitato: "Ieri è stata una giornata storica per il mondo della disabilità in tutti i sensi. Si sono bruciate tutte le tappe della mediazione e la stessa attività delle associazioni è stata messa in crisi dalla lotta senza se e senza ma di disabili che hanno rimesso in campo la forza contro istituzioni insensibili e fedifraghe ma non solo. Quei soldi che ci negavano, che non c'erano, sono ricomparsi come x magia di fronte all'intransigenza e determinazione della lotta. Vi è da imparare di come siano fasulle le affermazioni di sedicenti politici che sino a due giorni fa urlavano per l'impossibilità di assecondare le nostre richieste sul ripristino del FNA. Emergono così le menzogne e si può ben costatare quanto sia opportunistica quella disponibilità di bilancio tanto ventilata e tanto cara alle nostre regioni e comuni. Insomma, una giornata, una lezione da segnare nel nostro diario perchè ci si ricordi una volta x tutte che la lotta paga e che con l'unità di noi tutti Raffaele ci sarebbe ancora e che una mobilitazione di massa incisiva, certamente comporta e comporterà sacrifici minori… Spero che tutti riflettano su questa giornata storica e sulle contraddizioni che ha fatto esplodere con la limpidezza pura e semplice di chi sa di avere dei diritti e che non vi vuole rinunciare".

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