I forconi si spaccano sulla “marcia su Roma”. E il prefetto avverte: “No a tendopoli”
Sono momenti concitati e confusi non solo per analisti e commentatori, ma anche per gli stessi partecipanti alla disomogenea protesta che dal 9 dicembre sta avendo luogo, con intensità e forza diverse, in molte zone d'Italia. Tutto ruota infatti intorno alla manifestazione del 18 dicembre, a quella che inizialmente era stata presentata come la "marcia su Roma" (sia pure con tutti i distinguo sulla questione "fascismo", "estrema destra" e via discorrendo) e che alla fine sembrava dovesse essere una occupazione ad oltranza di piazza del Popolo. Sembrava, in effetti. Perché nelle ultime ore sono venuti fuori tutti i "limiti" e le complessità di una organizzazione confusa e priva di una regia strutturata e riconosciuta.
Poche ore fa, ad esempio, il leader del nucleo storico dei forconi, Mariano Ferro, ha ufficializzato l'indisponibilità a partecipare a Roma del Movimento dei Forconi: "Temiamo che possano esserci degli infiltrati e che la manifestazione da pacifica si trasformi in qualcosa di lontano dalle nostre intenzioni, con organizzazioni trasversali che potrebbero creare disordini. Noinon possiamo rischiare di farci coinvolgere in situazioni simili e anche un presidio potrebbe essere una miccia pericolosa. C'è una destra in questo Paese che vorrebbe strumentalizzare la protesta e non non possiamo permetterlo nè alla destra nè alla sinistra". Il riferimento è ovviamente ai tafferugli e alle tensioni delle ultime ore, con l'adesione convinta delle formazioni dell'estrema destra che rischia di chiudere definitivamente la questione sulla "collocazione ideologico – politica" dei manifestanti.
Allo stesso tempo il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, in attesa di un confronto con l'amministrazione cittadina, ha messo le cose in chiaro: "A piazza del Popolo in questo periodo natalizio non è opportuno un accampamento di manifestanti ad oltranza. Comunque su questo fronte vogliamo vederci un po' più chiaro: domani ne parlerò con il Comune, che decide in tema di occupazione del suolo pubblico".