I due marò sono liberi su cauzione
L’Alta Corte del Kerala ha concesso la libertà dietro cauzione ai marò italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori scambiandoli per terroristi mentre erano a bordo della Enrica Lexie. La notizia è stata appena data dall'emittente tv Cnn-Ibn. A quanto pare i legali dello Stato del Kerala hanno accettato tale soluzione, rinunciando ad impugnare l'accusa di terrorismo marittimo internazionale nei loro confronti. Latorre e Girone verranno ora trasferiti dall'ex riformatorio a Kochi, dove sono detenuti, all'ambasciata italiana a New Delhi.
In ogni caso, i marò non potranno lasciare il Kerala prima del processo. Tra le altre condizioni poste, come rivelato dalla tv indiane, vi è il deposito di dieci milioni di rupie (143.000 euro) per ciascun marò e la designazione per loro di due garanti indiani. Solo ieri l'Alta Corte di Kochi aveva respinto il ricorso italiano riguardante la giurisdizione da applicare ai due fucilieri. Ma pochi minuti prima che la Corte si pronunciasse, il governo dello Stato indiano del Kerala aveva informato lo stesso tribunale di Kochi di voler rinunciare, nei confronti dei due marò, alle accuse richiamate nel cosiddetto "Sua Act" (Suppression of Unlawful Acts against the Safety of Maritime Navigation), convenzione contro il terrorismo marittimo firmata a Roma nel 1988. Il legale rappresentante l'accusa, cioè lo Stato del Kerala, avrebbe dunque deciso di rinunciare all'applicazione di tale Convenzione, la cui terza sezione avrebbe praticamente impedito di prendere in considerazione il beneficio della libertà su cauzione. Lo scrive l'Ansa, citando fonti della delegazione italiana in India.
Le vicende di Latorre e Girone iniziano lo scorso 15 febbraio. I due sottoufficiali di marina,di scorta sulla petroliera Enrica Lexie, in navigazione da Singapore all’Egitto, sono stati accusati dalle autorità del Kerala di aver sparato e ucciso due indiani, Ajesk Binki (25 anni) e Gelastine (45), su un peschereccio scambiato per una nave pirata. Nuova Delhi sostiene immediatamente la tesi dell'incidente avvenuto in acque territoriali indiane, l'Italia è convinta che lo scontro a fuoco abbia avuto, invece, luogo in acque internazionali. Dopo tre mesi, un dossier stabilisce che il luogo esatto dell’incidente è a 20,5 miglia al largo delle coste indiane, quindi rientra nelle 22 miglia che circoscrivono lo spazio che autorizza a uno Paese il diritto di controllo sulle navi in transito. Latorre e Girone diventano pedine di un gioco diplomatico in cui l'Italia dimostra delle palesi debolezze che portano a riflettere sullo stato della politica estera. Intanto, i due marò vengono rinchiusi nel carcere di Trivandrum, capitale del Kerala. Venerdì poi sono trasferiti nell'ex riformatorio di Kochi. Da oggi saranno all'ambasciata italiana a New Delhi. E presto si spera a casa.