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I dati (veri) su migranti, barconi, rifugiati e Mare Nostrum

È l’UNHCR a pubblicare un “fact – checking” che sgombra il campo (o almeno dovrebbe) da polemiche, strumentalizzazioni e propaganda.
A cura di Redazione
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Mentre le istituzioni europee sono chiamate a decidere sulla linea comune da tenere in relazione all’escalation di sbarchi sulle coste italiane (per ora si parla del semplice rafforzamento di Triton), continua la polemica politica, tra strumentalizzazioni e propaganda. In un tale caos si susseguono numeri spesso contraddittori, notizie gonfiate ad arte, bufale, mezze verità e racconti strumentali della situazione nel Canale di Sicilia.

Per provare a fare chiarezza, mettendo dei punti fermi nella discussione, riportiamo il fact-checking dell’UNHCR, l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati:

1. Il numero di arrivi via mare nei primi tre mesi del 2015 è sostanzialmente uguale al dato del 2014 quando l’operazione Mare Nostrum era in pieno svolgimento. Questo trend è strettamente legato al numero di emergenze umanitarie in corso in Medio Oriente (Siria ed Iraq), ed a sud del Mediterraneo (in Libia e, più a sud, in Somalia, Mali, Nigeria e Sud Sudan).

2. La fine di Mare Nostrum, pur non avendo effetti sul numero di persone in arrivo, ha però coinciso con un netto aumento del numero di persone morte e disperse in mare, quasi 500 nel 2015, un numero 30 volte superiore a quello del 2014.

3. Negli ultimi quattro anni, i principali paesi d’origine degli arrivi via mare in Italia sono sempre stati paesi colpiti da gravi crisi umanitarie. Dal 2012, e ancora oggi nel 2015, Siria, Somalia, Eritrea e Mali sono risultate tra le principali nazionalità degli arrivi via mare, spesso contando da soli per ben oltre il 50% del totale.

4. Nel 2015, in base alle statistiche pubblicate dal Ministero dell’Interno il 50% dei richiedenti asilo (circa 2.800 persone) ha ottenuto il riconoscimento di qualche forma di protezione. Accanto allo status di rifugiato infatti, l’ordinamento italiano prevede anche la protezione sussidiaria, concessa a coloro nei quali confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese dal quale proviene, correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno. A queste si aggiunge la protezione umanitaria o permesso di soggiorno per motivi umanitari, concessa nel caso possano sussistere gravi motivi di carattere umanitario.

5. Il numero di rifugiati accolti dall’Italia rimane modesto se comparato a quello di altri paesi in Europa e nel mondo.  In media, infatti, l’Italia accoglie un rifugiato ogni mille persone, ben al di sotto della Svezia, con (più di 11 rifugiati ogni mille) e la Francia (3,5 ogni mille). In Medio Oriente, il Libano, al confine con la Siria, accoglie circa 1,2 milioni di rifugiati, pari a un quarto della popolazione del paese.

6. Prendendo in considerazione il rapporto tra richiedenti asilo e popolazione, il numero di richieste d’asilo registrate in Italia nel 2014, rimane modesto se comparato a quello di altri paesi in Europa e al di sotto della media europea.  In Italia infatti c’è un richiedente asilo ogni mille persone, sotto la media europea (1.1 ogni mille) dei paesi scandinavi (7.8 ogni mille in Svezia, 2.5 in Norvegia) ma anche dell’Ungheria (4.1 ogni mille).

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