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Hitler pittore in mostra. Sgarbi: “Quel quadro è una cagata”. Allora perché esporlo?

Si intitola “Museo della Follia. Da Goya a Bacon”, l’esposizione a cura di Vittorio Sgarbi. Un percorso pittorico di 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, e istallazioni sul tema della follia. Anche un dipinto di Adolf Hitler tra le opere. Sgarbi: “È l’opera di un disperato”.
A cura di Redazione Cultura
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Il quadro di Hitler esposto nella mostra "Museo della follia. Da Goya a Bacon".
Il quadro di Hitler esposto nella mostra "Museo della follia. Da Goya a Bacon".

Fino al 16 novembre, presso il MuSa, museo di Salò, sarà ospitata la mostra “Museo della Follia. Da Goya a Bacon” a cura di Vittorio Sgarbi. Un percorso pittorico di 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, e istallazioni sul tema della follia. L'esposizione, nella nuova sede di Salò, porterà i visitatori a immergersi in un’atmosfera suggestiva lasciandosi guidare dalle emozioni. Il senso di smarrimento, infatti, è l’unica vera guida a questa mostra.

La mostra "Museo della Follia. Da Goya a Bacon" si articola in diverse sezioni: il percorso si apre con le opere, in parte inedite, di grandi maestri della storia dell’arte internazionale come Francisco Goya, Franz von Stuck, Francis Bacon, Adolfo Wildt, Jean-Michel Basquiat e nazionale – come il Piccio, Silvestro Lega, Michele Cammarano, Telemaco Signorini, Antonio Mancini, Vincenzo Gemito, Fausto Pirandello, Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi, – la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato vita ad un’arte allucinata e visionaria.

La follia di Adolf Hitler pittore. Sgarbi: "L'opera di un disperato"

Frutto di una follia distruttrice e non creatrice è, invece, l’olio esposto in mostra in anteprima mondiale, opera di Adolf Hitler che disse all'ambasciatore britannico Neville Henderson "Io sono un artista e non un politico. Una volta che la questione polacca sarà risolta, voglio finire la mia la vita come un artista". Ma dal punto di vista artistico, almeno a sentire il curatore della mostra Vittorio Sgarbi il quadro:

È una cagata, opera di un disperato, potrebbe essere stato fatto da Kafka, dice molto della sua psiche: qui non si vede la grandezza, qui si vede la miseria.

A questo punto, data la qualità dell'opera di Hitler unanimemente giudicata pessima, c'è da chiedersi perché esporre in una mostra artistica di così grande livello, col rischio di oscurare tutti gli altri capolavori presenti, anche la testimonianza della follia nazista. Strategia di marketing o imperdibile testimonianza della follia umana a contatto con l'arte?

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