Guerra in Siria: in cinque anni, 1500 morti per attacchi con armi chimiche
Nel corso dei 5 anni di guerra siriana, le armi chimiche sono state usate almeno 161 volte e hanno provocato la morte di quasi 1.500 persone. I dati sono contenuti in un nuovo rapporto della Syrian American Medical Society (Sams), che ha basato le sue ricerche sulle testimonianze dirette di medici e operatori sanitari che lavorano sul terreno. Secondo quanto emerge dal rapporto inoltre gli attacchi con armi chimiche sono in aumento e oltre 14.500 persone sono rimaste ferite. Cifre drammatiche che spingono la Syrian American Medical Society a rivolgersi al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e alla comunità internazionale al fine di identificare e incriminare i responsabili. Il governo siriano è accusato di aver utilizzato armi chimiche contro il suo popolo anche dopo che nel 2013 le Nazioni Unite ne ordinarono l'eliminazione dal suo programma. Lo stesso Consiglio Onu, lo scorso anno, ha accusato Bashar al-Assad di aver usato sostanze chimiche tossiche come il cloro. Il regime ha sempre respinto le accuse.
La guerra in Siria: oltre 270mila morti
La guerra siriana ha preso il via nel marzo 2013. Da allora l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), che dispone di una vasta rete di fonti sul territorio, ha accertato 271.138 morti. Tra loro ci sono 79.106 civili, cifra che comprende – secondo un bilancio aggiornato al 23 febbraio 2016 – 13.500 bambini e 8.760 donne. Ma nelle tragiche cifre di quest’eccidio, non sono state considerate le migliaia di dispersi, gli oppositori nelle carceri del regime e i membri delle forze lealiste catturati dai ribelli e dai gruppi jihadisti, tra i quali lo Stato Islamico. Secondo una ong umanitaria siriana, 177 ospedali sono stati distrutti e circa 700 membri del personale sanitario uccisi dal 2011. L'organizzazione francese Handicap International ha calcolato di un milione di feriti (dati aggiornati al 7 marzo 2016). Dei 23 milioni di abitanti prima del conflitto, 13 milioni e mezzo avrebbero avuto ripercussioni o perso la casa a seguito del conflitto, secondo l'Onu (dati aggiornati al 12 gennaio 2016).